Il Diritto amministrativo, che regola il potere delle autorità, non avrebbe la possibilità di presidiare il rapporto tra di esse e i cittadini se non ci fossero le regole “deontologiche” create dal sindacato dei giudici amministrativi e che vanno oltre il mero riscontro della legalità formale. Queste regole si creano nella dialettica del processo, con l’apporto imprescindibile delle domande e delle deduzioni delle parti e quindi degli avvocati.
Il Diritto processuale amministrativo è, esso stesso, in continuo movimento e sviluppo, perché gli istituti che lo regolano trovano la loro origine nelle disposizioni del codice ma è dalla loro pratica quotidiana applicazione che traggono effettiva definizione.
In queste considerazioni si trovano le ragioni di un’Opera che si distingue dai classici manuali e trattati della materia, che qui viene scomposta in una serie di voci, dedicate ai temi principali che impegnano gli attori del processo ed il cui scopo è quello di dare un’informazione chiara ed aggiornata, dando conto dell’evoluzione di dottrina e giurisprudenza.
L’obiettivo degli autori non è prospettare nuove soluzioni o dare sfoggio di forza dialettica o speculativa, ma di fornire strumenti di comprensione e attrezzare al meglio gli operatori del processo, avvocati o giudici che siano, e coloro che lo vogliono diventare.