La fisionomia del giudizio di appello, negli ultimi anni, si è profondamente modificata per effetto del sinergico intervento del legislatore e della giurisprudenza di legittimità. Il potenziamento del requisito della specificità dei motivi, il sempre più ristretto ambito delle possibili correzioni di rotta, la contrazione dello spazio riservato alla riproposizione delle domande ed eccezioni non accolte, a fronte del dilatarsi dell'onere di appello incidentale, lo scoglio del «filtro» ed il rischio della dichiarazione di inammissibilità per mancanza di probabilità di accoglimento dell'impugnazione, allontanano sempre più l'appello dal giudizio di primo grado e, mettendo in crisi certezze collaudate e soluzioni un tempo condivise, sempre più lo avvicinano al ricorso per cassazione, acuendo le complicazioni - per non dire le trappole - di cui è disseminato lo stretto tragitto che deve percorrere il difensore che voglia appellare. L'opera tratta organicamente dell'istituto in tutti i suoi aspetti, con particolare attenzione all¿analisi del significato delle novità normative ed all'incessante produzione giurisprudenziale, ivi compresa quella recentissima, allo scopo di offrire all'operatore pratico una semplice guida operativa, uno strumento utile ad individuare e scansare le possibili trappole.