Tra la legge Majorana-Calatabiano, del 20 giugno 1877, n. 3917, e la legge Serpieri, del 30 dicembre 1923, n. 3267, un ampio dibattito si svolse in Italia intorno alla “questione forestale”. La legge del 1877, di unificazione nazionale della materia, aveva lasciato spazio a spoliazioni, e fin dall’inizio fiorirono proposte per una sua riforma. Gli interventi che si succedettero nel tempo furono ispirati a criteri volta a volta diversi, e previdero una più attiva partecipazione dello Stato nella gestione del patrimonio forestale italiano. Questo stimolò la riflessione dottrinale intorno alla opportunità di costruire un nuovo corpo organico di disposizioni forestali che rendesse possibili ricostruzione sistematica del quadro normativo, insegnamento autonomo del diritto forestale e riflessione scientifica su di esso. L’apporto della dottrina giuridica ed economica condusse alla promulgazione del testo del 1923, ancora vigente e costituente il pilastro dell’ordinamento forestale italiano.