"Non sono stato io, non posso affermarlo. Devo affidarmi una linea di difesa subordinata. L’idea di raccogliere le riflessioni settimanalmente pubblicate su LinkedIn, ispirate da casi incontrati nella professione o nello studio, non nasce da me, ma da alcuni amici. Vi prego quindi di attribuire a loro buona parte della colpa di questo libro. Per la loro tutela, non li ringrazio apertamente e mi avvalgo del diritto di non pubblicarne i nomi."
Angelo Bonetta ha raccolto i post pubblicati ogni settimana su LikedIn, in cui racconta con prosa veloce e disincantata le vicende giudiziarie che ha seguito da avvocato nei suoi oltre venti anni di attività professionale.
Scorrendo gli oltre cinquanta casi raccontati dall'autore, si ha la sensazione che la “infedeltà” alla giustizia abbia radici profonde proprio nelle due categorie che si confrontano ogni giorno negli uffici giudiziari.
Da una parte gli avvocati, che non esitano a portare all’attenzione della giustizia fatti che solo qualche anno fa sarebbero apparsi totalmente irrilevanti per il diritto. Ad esempio, il disagio subito da un soggetto privo dell’elettricità per qualche ora non pare proprio avere le caratteristiche di un danno risarcibile; così come nessuna protezione risarcitoria si può offrire al marito vittima di episodio di infedeltà rivolge al datore di lavoro responsabile di non aver impedito il tradimento della dipendente...
Dall'altra i giudici con il loro l’apparato (macchinoso, burocratico, tardivo) in perenne affanno di fronte alla domanda di giustizia.
Il libro compendia le storture della giustizia cavillosa, e lo fa con toni sagaci e brillanti, che non mancano di fare riflettere.
Alla fine della lettura, pare proprio sia il diritto, e quindi la giustizia, a perdere, rimanendo così affidata solo alla fede dei singoli.