Questo volume rappresenta una guida alla professione di archeologo in Italia. Negli ultimi venti anni vi è stato un radicale mutamento nello statuto dell'archeologia - intesa come mestiere - nel nostro paese. Si è passati da una situazione in cui da nessuna parte era scritto quali fossero i requisiti per definirsi “archeologo” (a norma di legge) ad un tardivo quanto necessario riconoscimento legale della figura professionale dell’archeologo, in attesa della creazione di un vero e proprio ordine professionale (al pari di ingegneri, architetti, geometri ecc.). L’autore affronta questo cambiamento dall’angolazione dell’archeologia preventiva, un metodo nato nella cultura anglosassone (la “development-led archaeology”), che ha come scopo la riduzione della probabilità di incorrere nel “rischio archeologico”, cioè in quelle scoperte o imprevisti che spesso bloccano o rallentano a tempo indeterminato l’esecuzione di un’opera pubblica. Il centro del libro è costituito dalla verifica preventiva dell’interesse archeologico (VPIA), procedura che, se impostata con assoluto rigore e massima accuratezza, previene i rischi e i costi di interruzione dei lavori. Di pari passo con l’evoluzione legislativa, documentata in queste pagine, si sono ampliate la qualificazione e le responsabilità dell’archeologo professionista che sempre più partecipa in prima persona alla progettazione delle opere pubbliche (ma anche private) nonché alla pianificazione territoriale in sinergia con enti pubblici, ingegneri, geologi ecc.; il tutto grazie anche alle nuove tecnologie che si affiancano al tradizionale scavo archeologico. Completano il volume un’Appendice normativa con le principali norme che regolamentano la professione dell’archeologo e che riguardano l’archeologia preventiva in Italia ed una raccolta più ampia di circolari e decreti fornita solo in download.