La progressiva permeabilità del diritto comunitario all’interno dell’ordinamento giuridico nazionale ha imposto di ripensare le partizioni classiche del diritto internazionale privato e processuale; l’attuale impianto della L. 218/1995 costituisce infatti un mero e qualificato punto di partenza, dal quale l’interprete deve prendere le mosse per confrontarsi con le numerose indicazioni provenienti dalle fonti sovranazionali. In questo quadro magmatico e stratificato, gli Autori – pur nella comune riflessione – hanno inteso tracciare un percorso ricostruttivo schematico ma originale, lineare ed approfondito, nella ferma convinzione che la materia non va più relegata ad ambiti di studio ristretti e secondari, ma è indubbia protagonista nell’agire degli operatori e nella riflessione di tutti gli studiosi del diritto, specialmente in un’epoca storica in cui le distanze sono ridotte, i problemi assumono una dimensione planetaria e la nozione stessa di cittadinanza assume contorni sempre più sfumati. Pertanto, ad una trattazione che ricalca il modus procedendi della manualistica classica, si è affiancato un penetrante scrutinio delle fonti eurounitarie e dei trattati internazionali, avendo cura di analizzarne le ricadute applicative all’interno dell’ordinamento nazionale, soprattutto mediante l’esegesi della giurisprudenza di legittimità. Particolare attenzione nel nuovo Compendio di Diritto Internazionale Privato e Processuale è stata poi dedicata agli orientamenti pretori di merito, spesso notevolmente agganciati al dato concreto e per questo maggiormente didattici ed esplicativi. Tale lavoro di integrazione si è del resto ulteriormente affinato nel corso degli anni, alla luce della piacevole incombenza di consegnare alle stampe una sempre nuova edizione annuale del Compendio.