Conoscere il diritto vivente è fondamentale quanto conoscere il dato legislativo.
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione (sentenza 21 gennaio 2010, n. 18288) hanno esaltato l’attività di “mediazione accertativa” della giurisprudenza ed evidenziato che la norma va intesa non in astratto, ma quale è operante “nella quotidiana applicazione dei giudici” (nello stesso senso, Corte Cost. sent. n. 3/1956) e “come vive nella realtà concreta” (Corte Cost., sent. n. 198/1972).
La legge, si può quindi dire, vive attraverso la voce dei giudici e il nostro ordinamento si fonda su una“ relazione concorrenziale tra potere legislativo e potere giurisdizionale”.
Su queste basi sono state pensate le Coordinate di Diritto Civile, che hanno l’obiettivo di rappresentare una guida, appunto delle coordinate, per orientarsi nel complesso, infinito, mondo del diritto civile per come è applicato dalla giurisprudenza, nella consapevolezza di muoversi all’interno di un ordinamento multilivello, aperto anche al diritto sovranazionale e, in particolare, all’ordinamento dell’Unione europea che tanta incidenza ha su tale materia (si pensi, ad esempio, a tutta la disciplina del consumatore e, in particolare, al dibattito suscitato dalla sentenza Lexitor della Corte di Giustizia UE dell’11 settembre 2019).
Il testo si compone di 9 parti, affronta gli aspetti più rilevanti della materia ed è aggiornato agli ultimi interventi giurisprudenziali.
In particolare, tra le altre, sono state approfondite le Sezioni Unite n. 3295del 2024 sulla servitù di parcheggio, le Sezioni Unite n. 33569 e 35385 del 2023 sull’assegno divorzile, le Sezioni Unite n. 33954 del 2023 sulla sussidiarietà dell’azione di ingiustificato arricchimento, la giurisprudenza sul trust familiare e la tutela dei legittimari e sulla concessione abusiva del credito.
L’obiettivo delle Coordinate è, quindi, presentare il diritto civile non come una fredda sequenza di norme e di istituti, ma come un insieme di regole, scritte e non scritte, che si nutrono del confronto dialettico tra dottrina e giurisprudenza e che risentono dell’inevitabile tensione tra la necessità di muoversi negli schemi tradizionali e l’ansia di inseguire la novità del momento.
Insomma, lo sforzo che ci anima è quello di cogliere le linee portanti, i principi ispiratori, i limiti e, perché no, le contraddizioni della materia, cercando di trasmettere quell’“entusiasmo della ricerca” che costituisce il segreto di uno studio che consenta davvero di fare propri i concetti appresi, nella consapevolezza che, come diceva Dante Alighieri, “non fa scienza, senza lo ritener, avere inteso”.