Un rovesciamento completo di prospettiva sta riorientando equilibri e relazioni internazionali: da strumento di esercizio del potere gestito dall’alto, la paura si è trasformata oggi in una leva che, agendo dal basso, condiziona le scelte della classe politica. Criminalità, terrorismo, minaccia ambientale, migrazioni, libero mercato e, da ultimo, la pandemia: sono tanti gli elementi che scatenano e alimentano la paura sociale, ormai fuori controllo nella transizione in atto nella nostra epoca, segnata dal declino relativo delle vecchie potenze e dominata dal pessimismo e dall’angoscia per il domani. La tendenza al ripiegamento, alla chiusura, al disinteresse verso il futuro diviene così il riflesso psicologico di massa dello shift of power che sta progressivamente traslando l’asse geopolitico del mondo. L’ipotesi del libro è che permanendo, e anzi accelerandosi, questo colossale spostamento di forze economiche e politiche, e in previsione di una possibile crisi sociale provocata dalla recessione in corso, le tendenze in essere possano non solo confermarsi ma aggravarsi, contribuendo a un ulteriore scivolamento dei pesi economici e politici. Perché sentimenti ed emozioni appartengono a pieno titolo ai fattori determinanti della politica