Gli accordi di indirizzo della vita familiare inseriscono nelle relazioni familiari la regola consensuale quale strumento di definizione del programma del gruppo-famiglia. La c.d. «privatizzazione del diritto di famiglia» – testimoniata, fra gli altri, dal patto di famiglia e dal contratto di convivenza – suggerisce allo studioso la rimeditazione della categoria negoziale, a un quindicennio di distanza dal de profundis della medesima pronunciato da autorevole dottrina. Il presente saggio, già solo dalla disamina dei profili ricostruttivi di un sì complesso quanto interessante e contemporaneo tema, prova a delineare i tratti di un negozio giuridico che, affrancato da un’acritica lettura volontaristica e permeato della componente di (auto)regolamento degli interessi, mostra la sua attitudine a dare lustro ad interessi un tempo ritenuti estranei al consorzio familiare e testimonia che l’istituzione familiare non è territorio precluso all’autonomia privata.