Il “caso Navalny” portato all’attenzione della Corte EDU è, in realtà, un insieme di nove distinti casi il cui esame evidenzia un vero e proprio sistema di persecuzione volto a tacitare ogni forma di resistenza all’attuale regime politico russo. Nell’ambito del “caso Navalny” rientrano anche alcune interim measures adottate dalla Corte EDU, l’ultima delle quali – sdegnosamente respinta dalla Russia – imponeva l’urgente scarcerazione di questo attivista in ragione dell’elevato rischio per la sua vita all’interno delle carceri russe. Le vivacissime proteste del mondo occidentale per la mancata liberazione di Navalny costituiscono un unicum nella storia delle misure provvisorie CEDU e possono essere pienamente comprese solo alla luce del particolare clima che ha caratterizzato l’ultima fase dell’adesione della Russia al Consiglio d’Europa. Un’adesione nata sotto i migliori auspici e conclusasi nel peggiore dei modi; una vicenda infelice, qui illustrata nei suoi fondamentali snodi.