La tutela della reputazione nell'era della comunicazione estesa
Nato per comporre in maniera incruenta le «questioni d’onore» tra militari e tra gentiluomini d’onore, il Giurì ha poi trovato cittadinanza nell’ordinamento statale: il suo ruolo e la sua funzione sono stati riconosciuti, non solo nel codice penale, ma anche nel «nuovo» codice di procedura
penale (artt.177-180 disp. att). L’istituto sembra aver perso molto del suo appeal a dispetto della funzione compositiva e deflattiva che esso potrebbe svolgere. Se in passato esso serviva per evitare il duello, oggi potrebbe tornare utile per evitare il processo.
Gli atti del convegno organizzato dalla Fondazione Castelcapuano e dall’Accademia Nazionale di Scherma (il cui statuto prevede la istituzione di un Giurì d’onore permanente) forniscono, da un lato, un’analisi approfondita della natura e della funzione di un istituto inopportunamente trascurato dalla prassi, dall’altro, una lettura – utile non solo al giurista – dei vantaggi che questa forma di giustizia alternativa potrebbe offrire per gestire, in maniera rapida e professionale, i «conflitti reputazionali» che, nell’era della comunicazione elettronica forse più che nel recente passato, occupano i media e intasano i tribunali.