Il lavoro dell’architetto come costante oscillazione tra le tentazioni del superfluo e le consuetudini del necessario, e la presa di coscienza che il superfluo ogni tanto diventa necessario, e il necessario qualche volta si sorprende superfluo. Anche nel progetto di un libro di architettura. A 16 anni dalla fondazione di Barreca & La Varra a Milano – ma forti di una collaborazione ormai quasi trentennale – nella seconda monografia dello studio, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra “mettono in ordine” il loro lavoro ammettendo il disordine, costruendo un indice inaspettato di capitoli – ispirato a un testo di Jorge Luis Borges - che invitano a una riflessione attenta ma permettono anche uno sguardo distratto. In tre ore oppure tre minuti, è possibile iniziare a leggere il regesto, dal fondo, oppure immergersi nei disegni e nelle fotografie dei progetti e tornare poi al saggio introduttivo, o perdersi tra i manifesti che introducono i vari capitoli. Un approccio non ordinato, simile a una passeggiata in una città mai visitata, alla scoperta di sorprese inaspettate: quello che vorrebbero succedesse anche con i loro edifici, una volta affidati alla città.