Il volume analizza l’avocazione nel diritto processuale penale, tracciandone l’evoluzione e il ruolo all’interno del sistema giudiziario; dall’idea originaria legata agli assetti gerarchici, la trasmutazione dell’istituto, anche alla luce della cornice ordinamentale, riflette l’impatto sull’autonomia del pubblico ministero. Attraverso la disamina delle ipotesi di avocazione, il contributo approfondisce le implicazioni derivanti dall’inerzia del magistrato d’accusa e la proficuità del rimedio “verticale” sul terreno dell’efficienza investigativa. L’analisi non tralascia la soft law diffusa in materia, evidenziando un eccesso di discrezionalità e la difficoltà di implementazione, con intuibili ricadute sull’applicazione della disciplina di primo livello. Il testo, infine, si estende alla comprensione (e alla critica) delle attuali dinamiche operative nei rapporti tra gli uffici di Procura allo scopo di verificare la reale capacità funzionale dell’istituto esaminato.