Il Codice della Crisi ha lasciato sostanzialmente invariato l’impianto normativo dell’azione revocatoria disegnato dalla legge fallimentare, e con esso il quadro delle fattispecie esonerative di cui al previgente art. 67, comma 3, l. fall. (oggi art. 166 c.c.i.i.), compresa l’esenzione ivi contemplata alla lettera a), a mente della quale non sono revocabili i “pagamenti di beni e servizi effettuati nell’e- sercizio dell’attività d’impresa nei termini d’uso”. Si tratta della causa di esonero da revocatoria più significativa, in considerazione della frequenza dei casi cui è idonea a riferirsi, ma che ha generato – e continuerà per il futuro a generare – non pochi dubbi in merito ai relativi contorni applicativi, anche in virtù della presenza nella norma di espressioni inusuali nel lessico giuridico. Il volume si sofferma ad analizzare la ratio ed i presupposti di operatività di tale causa di esonero da revocatoria, nonché i relativi profili processuali, dando ampio spa- zio alla lettura della norma offerta nel corso degli anni dal “diritto vivente”.