Per la prima volta nella storia dell’umanità la creatività umana, espressa in opere dell’ingegno, viene utilizzata per istruire non l’uomo ma la macchina, l’Intelligenza artificiale. Per la prima volta dal “riconoscimento” del diritto d’autore non è più l’opera dell’ingegno l’interesse primario del Legislatore, ma, al contrario, la decostruzione della tutela della proprietà intellettuale attraverso un processo di “disconoscimento” delle esclusive degli autori sulle loro opere. Nei Paesi dell’Unione Europea, la Direttiva 2019/790, con i suoi recepimenti nazionali, e l’AI Act del 2024 hanno introdotto eccezioni ai diritti d’autore che consentono, senza la necessità di chiedere l’autorizzazione e corrispondere compensi, il Text and data mining su miliardi di opere dell’ingegno. Questo studio è dedicato all’analisi delle norme UE e italiane, per evidenziarne il disallineamento con gli obblighi internazionali, Convenzione di Berna, Trattato WIPO/ OMPI sul diritto d’autore e Trattato Gatt TRIPs. Quali le conseguenze nel caso di esportazione extra UE di sistemi e modelli di AI made in UE e dei prodotti dell’AI generativa? Le opere di nazionalità non UE possono essere, nei territori della UE, assoggettate a eccezioni in contrasto con il diritto internazionale?