L’introduzione nel nostro ordinamento penale di strumenti di tutela inibitoria e risarcitoria per la violazione della dignità umana delle persone sottoposte a detenzione (“rimedi preventivi” e “compensativi”), imposta dalla umiliante sentenza della Corte europea di Strasburgo che ha condannato l’Italia per la violazione sistemica dell’art. 3 c.e.d.u. a causa delle condizioni di sovraffollamento delle carceri, pone l’interprete di fronte a rilevanti problematiche.
Il reclamo giurisdizionale (art. 35-bis legge n. 354 del 1975) e i rimedi risarcitori (art. 35-ter legge n. 354 del 1975) palesano, infatti, molteplici criticità, tanto da avere generato incertezze applicative e orientamenti giurisprudenziali spesso difformi se non addirittura contrastanti.
Questo volume collettaneo nasce, quindi, dall’esigenza di “fare il punto” sull’applicazione dei due rimedi di matrice europea nel tentativo di effettuare una prima sistematica ricognizione dello “stato dell’arte” e di quelli che potrebbero essere i possibili sviluppi futuri.
L’opera è il frutto dell’apporto qualificato di docenti e ricercatori universitari, magistrati di sorveglianza e di legittimità, dirigenti del DAP e avvocati che si occupano di esecuzione penale e si propone di offrire al lettore una panoramica completa di una disciplina tutt’altro che lineare, corredata da una completa e aggiornata selezione della giurisprudenza domestica ed europea e dei più rilevanti contributi della dottrina.