Questo è un libro che parla di altri libri o, se si vuole, è l’opera di un autore che si confronta con la viva voce di altri Autori, ben più importanti.
Sono, in qualche modo, i classici del pensiero sociale, quelli che restano contemporanei pur con il passare del tempo.
Il presente testo si compone di una densa e ricca articolazione: prendendo le mosse da un’iniziale prospettiva azionista ispirata al modello della pragmatica del cambiamento sociale, delinea i principi teorico-metodologici del lavoro sociale di comunità, tratteggiandone le maggiori tipologie, per poi arrivare alla parte centrale del testo, che, attraverso un inquadramento storico- evolutivo del moderno servizio sociale, tenterà di enucleare i tratti emergenti delle pratiche comunitarie in Italia.
Segue, poi, una sezione dedicata alla ricostruzione dei profili biografico-intellettuali di quelli che riteniamo i Maestri del lavoro di comunità, distillando il nucleo concettuale del loro pensiero attraverso dense citazioni e una breve raccolta antologica degli scritti più significativi.
Il testo si conclude con una proposta finale per andare oltre la “comunità che non abbiamo” verso una “comunità possibile” negli scenari attuali. La prospettiva è quella di lavorare per “utopie concrete”, in cui la comunità non diventi un rifugio autoconsolatorio e salvifico, ma una possibilità reale di trasformazione all’interno di un Noi collettivo come spazio universale di umanità dal quale nessuno dovrebbe essere escluso.