Ferdinando Schiavo alla richiesta della definizione del suo ruolo scientifico, ama rispondere: “Onesto artigiano della neurologia e della neurologia dei vecchi”. Neurologo, specialista nel reparto neurologico ospedaliero, e nell’ambulatorio UVA (Unità Valutativa Alzheimer), attualmente è responsabile dell’ambulatorio UVA al Distretto Socio Sanitario di Codroipo (Ud) e libero-professionista. Da anni è consigliere dell’Associazione Alzheimer di Udine, con la quale organizza corsi di formazione e di informazione per familiari di persone con demenza.
Favorito dalla progressiva incidenza della fragilità determinata dall’invecchiamento della popolazione, è cresciuto nella società moderna anche l’uso dei farmaci. E i farmaci – lo dovremmo sapere tutti – sono armi a doppio taglio. E poi, come tutte le armi, i più deboli ne sono le prime vittime, e quindi gli anziani. E poi le donne. I numerosi esempi che ci porta l’autore suggeriscono quanta strada si debba fare affinché la iatrogenesi, e più in generale la “mala medicina”, possano essere contrastate ed estirpate. Il volume, rivolto a tutti coloro che hanno la responsabilità professionale della cura, in qualsiasi ruolo, medico curante, infermiere, OSS o semplice badante, non è un testo “contro i farmaci” ma un richiamo a usarli con scienza e coscienza e ad accompagnarli con una corretta informazione. Accanto ad alcune indicazioni diagnostiche utili per destreggiarsi nella complessità, è questo il filo rosso che attraversa senza soluzione di continuità tutto il testo. Nei circoli viziosi ed eventi a cascata scatenati dall’uso improprio dei farmaci, i fatti sono descritti con passione, con giustificata indignazione per la complessità evitabile che si viene a creare, con stupore per la diffusione del fenomeno.
Se ti udrà un medico di schiavi, ti rimprovererà: “Ma così tu rendi medico il tuo paziente!”. ?Proprio così dovrà dirti, se sei un bravo medico! Ippocrate?