Con i social siamo entrati nell’era del consumo di noi stessi: non solo della nostra immagine ma anche di un’esistenza che si polverizza. Sembriamo liberi, ma lo sguardo degli altri ci sottopone a una pressione sociale mai vista: siamo nella dimensione volatile dell’Ultra. Nelle storie che raccontiamo e che lanciamo senza rete, l’Ego si gonfia e spesso esplode come un pallone gonfiato a dismisura. Il digitale produce nuove opportunità, ma nello stesso tempo rende aleatorio il mondo del lavoro. L’intelligenza artificiale avanza ma anche le sue allucinazioni, e il rischio che ci renda più stupidi è tangibile. Doveva essere un’epoca di pace e ci ritroviamo nel mezzo di conflitti la cui logica ci sfugge. Qualcosa non torna: sarà la modernità che da liquida è diventata gassosa? Saranno gli algoritmi a renderci più esigenti ma anche più frustrati e insoddisfatti? Di fronte a tali questioni, Morace cerca di analizzarne le ragioni, comprendere le condizioni, trovare soluzioni. Perché forse la via è nell’alleggerire il peso dell’esistenza, allenarsi, incontrarsi e spaziare, affrontando la nostra esperienza come un volo d’aliante verso nuovi orizzonti.