Il Nuovo Manuale di Prevenzione Incendi, giunto alla quinta edizione, raccoglie in un unico testo organico e sistematico le disposizioni di prevenzione incendi applicabili alle attività a rischio di incendio, fornendo gli approfondimenti necessari per le casistiche per le quali spesso risulta difficile l’individuazione della soluzione, e sviluppa anche l’applicazione del Codice di prevenzione incendi che è basato su nuovi strumenti di progettazione, più versatili e riconosciuti a livello internazionale, in grado di pervenire a soluzioni tecniche più efficaci.
L’opera racchiude il frutto di una lunga esperienza professionale nel campo della prevenzione incendi e nella verifica delle condizioni di sicurezza delle attività a rischio di incendio, ed è rivolta ai professionisti che operano metodicamente nel settore della prevenzione degli incendi ed anche a coloro che si confrontano occasionalmente con le problematiche di sicurezza.
Il manuale costituisce quindi un indispensabile supporto di riferimento per i professionisti antincendio che, nell’attività di progettazione, sentono sempre più l’esigenza di disporre di informazioni organiche relative agli aspetti tecnici della sicurezza antincendio e alle procedure amministrative. In relazione ad esigenze di uniformità nelle valutazioni, il manuale consente
agli incaricati delle verifiche l’approfondimento di specifiche tematiche delle disposizioni tecniche di sicurezza antincendio, che spesso risultano molto complesse e che richiedono, per la loro soluzione, studi, approfondimenti e conoscenze specifiche nel settore dell’antincendio.
• Adempimenti amministrativi
• Progettazione antincendio
• Impianti di protezione attiva
• Disposizioni di sicurezza
V edizione aggiornata al decreto del Ministero dell’interno 22 novembre 2022: Norme tecniche di prevenzione incendi per le attività di intrattenimento e di spettacolo a carattere pubblico
Normativa e Modulistica:
• Appendice normativa online
• Formulario online con oltre 25 moduli personalizza
Capitolo I - La legislazione sui servizi di prevenzione degli incendi
1.I servizi di prevenzione e di estinzione degli incendi
2.L’evoluzione della disciplina dei procedimenti di prevenzione incendi
3.Le nuove procedure di prevenzione incendi
3.1. Il decreto del Presidente della Repubblica 1° agosto 2011, n.151
3.2. La valutazione dei progetti
3.3. La segnalazione certificata di inizio attività (SCIA)
3.4. I controlli di prevenzione incendi
3.5. L’attestazione di rinnovo periodico di conformità antincendio
3.6. Modifiche di attività che comportano aggravio di rischio
3.7. Obblighi connessi con l’esercizio dell’attività
3.8. Deroghe all’applicazione delle regole tecniche di prevenzione incendi
3.9. I nuovi procedimenti volontari: il nulla osta di fattibilità e le verifiche in corso d’opera
3.10. Disposizioni transitorie
3.11. Il sistema sanzionatorio
4.I professionisti abilitati alle certificazioni antincendio
4.1. Programmi e organizzazione dei corsi
4.2. Esame di fine corso e commissione esaminatrice
4.3. Iscrizione negli elenchi del Ministero dell’interno
4.4. Requisiti per il mantenimento dell’iscrizione negli elenchi del Ministero dell’interno
5.Lo Sportello Unico per le attività produttive
5.1. Finalità e ambito di applicazione
5.2. Il portale “impresainungiorno”
5.3. Funzioni e organizzazione dello Sportello Unico per le attività produttive
5.4. Presentazione ed effetti delle segnalazioni e delle istanze
5.5. Procedimento unico
5.6. Chiusura dei lavori e collaudo
5.7. Misure per l’attuazione dello Sportello Unico per le attività produttive
Capitolo II - Gli adempimenti amministrativi per l’attivazione delle procedure e le certificazioni
1. Premessa
2. Istanza di valutazione dei progetti
3. Segnalazione certificata di inizio attività (SCIA)
4. Attestazione di rinnovo periodico di conformità
5. Istanza di deroga
6. Adempimenti dei Comandi dei Vigili del fuoco connessi alle procedure di prevenzione incendi
7. Procedure speciali di prevenzione incendi
7.1. Istanza di nulla osta di fattibilità
7.2. Istanza di verifica in corso d’opera
7.3. I depositi fissi di gas di petrolio liquefatto (GPL)
7.4. Voltura
7.5. Le aziende a rischio di incidente rilevante soggette alla presentazione del rapporto di sicurezza, ai sensi dell’art. 15 del decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105
7.5.1. Nulla osta di fattibilità e valutazione del progetto antincendi
7.5.2. Parere tecnico conclusivo, controlli di prevenzione incendi e rilascio del certificato di prevenzione incendi
7.5.3. Riesame periodico del rapporto di sicurezza ed attestazione di rinnovo periodico di conformità antincendio
7.5.4. Modifiche senza aggravio di rischio ai sensi dell’allegato D del d.lgs. n. 105/2015
7.5.5. Deroghe alle norme di prevenzione incendi
7.5.6. Documentazione tecnica
7.6. Le gallerie stradali e ferroviarie
7.7 Le opere e gli impianti ferroviari
7.8. Gli impianti per l’erogazione di gas naturale per autotrazione, ad uso privato (VRA)
7.9. Rete nazionale di trasporto dell’energia elettrica
7.10. Sistema di gestione della sicurezza antincendio
Capitolo III - Elementi di base del progetto di prevenzione incendi
Premessa
1. Il regolamento europeo sui prodotti da costruzione
1.1. Premessa
1.2. Obiettivi di sicurezza antincendio
1.3. La dichiarazione di prestazione (DoP)
1.4. Principi generali e uso della marcatura CE
1.5. Obblighi degli operatori economici
1.6. Attività di vigilanza e sanzioni
1.7. Specifiche tecniche armonizzate
1.7.1. Norme armonizzate
1.7.2. Valutazione tecnica europea
1.7.3. Materiali e prodotti per uso strutturale
2. Metodologia per la valutazione del rischio di incendio
3. Compartimentazione e resistenza al fuoco
3.1. La resistenza al fuoco delle strutture di un edificio
3.1.1. Considerazioni generali e metodologiche
3.2. La compartimentazione e le comunicazioni
3.2.1. Il compartimento antincendio
3.2.2. Isolamento degli edifici
3.2.3. Elementi di compartimentazione verticale
3.2.3.1. Le partizioni vetrate
3.2.4. Elementi di compartimentazione orizzontale
3.2.4.1. Elementi strutturali in calcestruzzo armato contenenti polistirene di alleggerimento
3.2.4.2. Controsoffitti per strutture resistenti al fuoco
3.2.5. Armadi compattabili resistenti al fuoco
3.2.6. Le comunicazioni fra gli ambienti
3.2.6.1. Le porte di tipo resistente al fuoco
3.2.6.1.1. Classificazione delle porte di tipo resistente al fuoco
3.2.6.1.2. Procedure per il rilascio dei certificati di prova e dell’atto di omologazione
3.2.6.1.3. Porte resistenti al fuoco di grandi dimensioni
3.2.6.1.4. Sipari di sicurezza dei teatri
3.2.6.1.5. Efficienza delle porte resistenti al fuoco di vecchia installazione
3.2.6.2. Disimpegni e filtri a prova di fumo
3.2.6.3. Scale
4. Classificazione di resistenza al fuoco
4.1. Gli Eurocodici
4.1.1. L’Eurocodice EN 1991-1-2
4.1.2. Le Appendici nazionali per l’applicazione dell’Eurocodice EN 1991-1-2
4.2. La norma armonizzata europea EN 13501-2
4.2.1. Scenari di incendio
4.2.1.1. La curva standard temperatura/tempo
4.2.1.2. La curva degli idrocarburi
4.2.1.3. La curva d’incendio esterno
4.2.1.4. La curva di incendio a lento sviluppo
4.2.1.5. Il fuoco semi-naturale
4.2.1.6. Temperatura di attacco costante
4.2.2. Caratteristiche delle prestazioni di resistenza al fuoco
4.2.2.1. R – Capacità portante
4.2.2.2. E – Tenuta
4.2.2.3. I – Isolamento termico
4.2.2.4. W – Radiazione
4.2.2.5. M – Azione meccanica
4.2.2.6. C – Autochiusura
4.2.2.7. S – Tenuta al fumo
4.2.2.8. G – Resistenza al fuoco di fuliggine
4.2.2.9. K – Capacità di protezione dal fuoco
4.2.3. Dichiarazione delle prestazioni di resistenza al fuoco
4.2.3.1. Classificazioni particolari
4.2.3.1.1. Porte e chiusure
4.2.3.1.2. Chiusure per sistemi di trasporto
4.2.3.1.3. Parametri di prestazione aggiuntivi e opzionali
4.2.3.1.4 Presentazione della classificazione
4.3. Prove di laboratorio per la determinazione della resistenza al fuoco
4.3.1. Il rapporto di prova
4.4. Procedure di classificazione di resistenza al fuoco
4.4.1. Prodotti per i quali è prescritta la classificazione di resistenza al fuoco
4.4.2. Classi di resistenza al fuoco
4.4.3. Classificazione in base ai risultati di prove
4.4.4. Classificazione in base ai risultati di calcolo
4.4.4.1. Gli Eurocodici per la protezione strutturale contro l’incendio e le Appendici nazionali
4.4.5.1. Pareti di muratura portanti resistenti al fuoco
4.4.5.2. Certificazione della resistenza al fuoco di elementi costruttivi in muratura
5. Prestazioni di resistenza al fuoco
5.1. Il carico d’incendio specifico
5.1.1. Il calcolo del carico d’incendio specifico di progetto
5.1.2. I livelli di prestazione di una costruzione
5.1.3. Scenari e incendi convenzionali di progetto
5.1.4. Curve nominali di incendio
5.1.5. Curve naturali di incendio
5.1.6. Criteri di progettazione degli elementi strutturali resistenti al fuoco
5.2. Il metodo statistico
5.3. Il programma ClaRaf
5.4. Elementi strutturali in legno e resistenza al fuoco
5.5. Applicazioni del carico d’incendio specifico
6. Le caratteristiche meccaniche e termiche dei materiali da costruzione
6.1. L’acciaio
6.2. Il calcestruzzo
6.3. Il legno
6.4. Le strutture murarie
6.5. Altri prodotti
6.5.1. Le tecniche di protezione delle strutture
6.5.2. Materiali per la protezione dall’incendio
6.5.2.1. Gesso
6.5.2.2. Espansi minerali
6.5.2.3. Calcestruzzo
6.5.2.4. I materiali protettivi a spruzzo
6.5.2.5. Fibre minerali
6.5.2.6. Rivestimenti intumescenti
6.5.2.7. Le coppelle protettive
6.5.2.8. Vetro
6.5.2.9. Barriere tagliafuoco
6.5.2.10. Tende tagliafuoco e barriere mobili al fumo
7. La ventilazione
7.1. Ventilazione naturale
7.2. Ventilazione permanente
7.3. Ventilazione meccanica
7.4. Protezione dalle esplosioni
8. La reazione al fuoco dei materiali
9. Le facciate degli edifici civili
9.1. Requisiti di resistenza al fuoco e compartimentazione
9.1.1. Facciate semplici e curtain walls
9.1.2. Facciate a doppia parete ventilate non ispezionabili
9.1.3. Facciate a doppia parete ventilate ispezionabili
9.1.4. Verifica dei requisiti di resistenza al fuoco
9.1.5. Reazione al fuoco
9.1.6. Esodo degli occupanti e sicurezza delle squadre di soccorso
9.1.7. Requisiti della fascia di separazione orizzontale tra i compartimenti
Capitolo IV - Le uscite di emergenza e i percorsi di esodo
1. Le vie e le uscite di emergenza
1.1. I requisiti delle uscite di emergenza
1.2. Il dimensionamento delle vie di uscita
1.2.1. Il metodo della capacità di deflusso
1.2.2. Il criterio del Codice di prevenzione incendi
1.2.3. Il criterio del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81
1.2.4. Il criterio del minicodice
1.3. Valutazione dell’adeguatezza delle vie di uscita
1.4. Determinazione del numero e della larghezza delle scale
1.5. Misure di sicurezza alternative
1.6. Misure per limitare la propagazione dell’incendio nelle vie d’uscita
Capitolo V - Gli impianti tecnici e tecnologici
1. Vani di ascensori e montacarichi
2. Gli impianti per la produzione di calore alimentati da combustibili gassosi
2.1. Disciplina, campo di applicazione ed obiettivi
2.1.1. Termini e definizioni
2.1.2. Disposizioni comuni
2.1.3. Valutazione del rischio
2.1.4. Aperture di aerazione
2.1.5. Porte
2.1.6. Condotte aerotermiche
2.1.7. Serrande tagliafuoco
2.1.8. Impianto interno di adduzione gas
2.1.9. Impianto elettrico
2.1.10. Mezzi di estinzione degli incendi
2.2. Apparecchi per la climatizzazione di edifici ed ambienti, per la produzione centralizzata di acqua calda, acqua surriscaldata e/o vapore
2.2.1. Installazione all’aperto
2.2.2. Installazione in locale esterno
2.2.3. Installazione in apposito locale inserito nella volumetria del fabbricato servito
2.3. Generatori di aria calda a scambio diretto
2.3.1. Installazione all’aperto
2.3.2. Installazione in locale esterno
2.3.3. Installazione in apposito locale inserito nella volumetria del fabbricato servito
2.4. Nastri radianti e moduli a tubi radianti
2.4.1. Installazione all’aperto
2.4.2. Installazione nei locali serviti
2.5. Impianti per la cottura del pane e di altri prodotti simili (forni) ed altri laboratori artigiani, per il lavaggio biancheria e per la sterilizzazione
2.5.1. Installazione nei locali serviti
2.6. Impianti per la cottura di alimenti (cucine) e lavaggio stoviglie, anche nell’ambito dell’ospitalità professionale, di comunità e ambiti similari
2.6.1. Installazione in locale esterno
2.6.2. Installazione in apposito locale inserito nella volumetria del fabbricato servito
2.6.3. Installazione in locale in cui avviene la consumazione pasti
2.7. Apparecchi di riscaldamento di tipo “A” realizzati con diffusori radianti ad incandescenza
2.7.1. Installazione nei locali serviti
3. Gli impianti di condizionamento e di ventilazione
4. Gli impianti elettrici
4.1. Premessa
4.2. I luoghi a maggior rischio in caso di incendio
4.3. L’impianto di messa a terra
4.4. La protezione dalle scariche atmosferiche
4.5. Impianti elettrici nei luoghi a rischio di esplosione
4.6. Verifiche periodiche degli impianti elettrici
5. Gli impianti di sicurezza
5.1. Gruppi elettrogeni
5.1.1. Termini, definizioni e tolleranze dimensionali
5.1.2. Disposizioni comuni
5.1.3. Installazione di gruppi e/o unità di cogenerazione di potenza nominale complessiva superiore a 50 kW e fino a 10.000 kW
5.1.4. Installazione all’aperto
5.1.5. Installazione in locali esterni
5.1.6. Installazione in locali inseriti nella volumetria di un fabbricato
5.1.7. Installazione di gruppi e/o unità di cogenerazione aventi potenza nominale complessiva maggiore di 25 kW e non superiore a 50 kW
5.2. Illuminazione di emergenza
6. Impianti fotovoltaici
7. Le macchine elettriche fisse
7.1. Classificazione delle macchine elettriche fisse di nuova installazione
7.2. Distanze di sicurezza
7.3. Macchine elettriche installate in locali esterni
7.4. Macchine elettriche installate in locali inseriti nella volumetria di un fabbricato destinato ad altro uso
7.5. Mezzi ed impianti di protezione attiva
7.6. Impianti di rivelazione incendi
7.7. Sistema di controllo dei fumi e del calore
7.8. Macchine elettriche fisse esistenti
7.9. Organizzazione e gestione della sicurezza antincendio
8. Impianti di ricarica dei veicoli elettrici
8.1. Requisiti tecnici
8.2. Infrastrutture di ricarica esistenti
8.3. Documentazione tecnica
Capitolo VI - I rischi specifici nelle attività industriali, artigianali e nei servizi
1. Premessa
1.1. Le distanze di sicurezza
2. L’impiego dei liquidi infiammabili
2.1. Classificazione degli oli minerali
2.2. Classificazione dei depositi e degli stabilimenti
3. I luoghi a rischio di esplosione
4. I depositi di gas combustibili liquefatti in bombole
5. I depositi fissi di gas GPL con capacità complessiva non superiore a 13 m3
5.1. Disciplina e campo di applicazione
5.2. Disposizioni tecniche
5.2.1. Termini, definizioni e tolleranze dimensionali
5.2.2. Capacità ed installazione del deposito
5.2.3. Le distanze di sicurezza in relazione agli elementi pericolosi del deposito
5.2.4. Serbatoi, accessori, vaporizzatori e tubazioni
5.2.5. Mezzi ed impianti di estinzione incendi
5.2.6. Norme di esercizio
6. Impianti di imbottigliamento e depositi di gas GPL in serbatoi fissi ad uso commerciale di capacità complessiva superiore a 5 m3 e/o in recipienti mobili di capacità complessiva superiore a 5.000 kg
6.1. Disciplina e campo di applicazione
6.2. Termini, definizioni e tolleranze dimensionali
6.3. Ubicazione e disposizione dell’impianto
6.4. Elementi dei depositi e distanze di sicurezza
6.5. Serbatoi fissi ed accessori
6.6. Impianti per il travaso
6.7. Altre attrezzature per GPL
6.8. Depositi di recipienti mobili
6.9. Caratteristiche delle costruzioni
6.10. Impianti elettrici, di protezione catodica e di terra
6.11. Protezione antincendio
6.12. Divieti e limitazioni
6.13. Disposizioni di esercizio
6.14. Documentazione tecnica da presentare al Comando dei Vigili del fuoco
6.15. Depositi esistenti alla data del 27 novembre 1994
7. I contenitori-distributori per l’erogazione, ad uso privato, di carburanti di tipo C
7.1. Disciplina e campo di applicazione
7.2. Termini, definizioni e tolleranze dimensionali
7.3. Capacità del contenitore-distributore e del deposito di distribuzione
7.4. Criteri di installazione e caratteristiche costruttive
7.5. Distanze di sicurezza
7.6. Altre misure di sicurezza
7.7. Impianto elettrico e messa a terra
7.8. Estintori
7.9. Norme di esercizio
8. I distributori di carburanti
9. Le reti di distribuzione di gas combustibili
10. Le cabine di decompressione del gas metano
11. I perossidi organici
12. Le sorgenti radioattive
12.1. La radioattività
12.2. Le procedure autorizzative
12.3. Misure di prevenzione incendi
13. Gli impianti ad olio diatermico
14. Impianti di distribuzione di gas GPL per uso nautico
14.1. Ubicazione dell’impianto
14.2. Termini, definizioni e tolleranze dimensionali
14.3. Elementi costitutivi degli impianti
14.4. Serbatoi fissi
14.4.1. Cassa di contenimento
14.4.2. Interramento o ricoprimento
14.4.3. Pompe
14.5. Recinzione
14.6. Sistema di emergenza
14.7. Tubazioni per GPL in fase liquida
14.8. Dispositivi e modalità di riempimento dei serbatoi fissi
14.9. Impianto elettrico
14.10. Estintori
14.11. Distanze di sicurezza interne
14.12. Impianti misti
14.13. Distanze di sicurezza esterne
14.14. Distanze di protezione
14.15. Norme di esercizio
14.16. Prescrizioni generali di emergenza
14.17. Documenti tecnici
14.18. Segnaletica di sicurezza
15. I depositi di ossigeno liquido
16. Attività di frantoio oleario e di oleificio
16.1. Termini e definizioni
16.2. Ubicazione
16.3. Comunicazioni e separazioni
16.4. Resistenza al fuoco
16.5. Compartimentazione
16.6. Dimensionamento delle vie di esodo
16.7. Aree ed impianti a rischio specifico
16.8. Impianti elettrici
16.9. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi
16.10. Impianti di rivelazione, segnalazione e allarme
16.11. Controllo dei prodotti della combustione
16.12. Segnaletica di sicurezza
16.13. Organizzazione e gestione della sicurezza antincendio
17. Gli apparecchi per l’erogazione di gas naturale per autotrazione, ad uso privato (VRA)
17.1. Sicurezza degli impianti
17.2. Modalità e caratteristiche di installazione
17.3. Distanze di sicurezza
17.4. Norme di esercizio
18. I depositi di gas GNL
18.1. Natura e caratteristiche del gas GNL
18.2. Effetti fisici del gas GNL
18.3. Sezioni dell’impianto
18.4. Principali elementi costitutivi
18.5. Impianti di protezione attiva
18.6. Impianti elettrici
18.7. Gestione delle anomalie e delle situazioni di emergenza
Capitolo VII - Gli impianti di protezione attiva
1. Le sostanze estinguenti
2. La classificazione degli incendi
3. Attrezzature e impianti di estinzione degli incendi
3.1. Estintori portatili e carrellati
3.2. Naspi, idranti antincendio e reti antincendio
3.2.1. Reti di idranti
3.2.2. Reti di idranti all’aperto
3.3. Gli impianti di protezione attiva contro l’incendio
3.3.1. Termini, definizioni generali, tolleranze dimensionali e simboli grafici di prevenzione incendi
3.3.2. Progettazione, installazione, esercizio e manutenzione
3.3.3. Documentazione degli impianti
3.3.4. Disposizioni per le reti di idranti
3.3.5. Disposizioni per gli impianti fissi di spegnimento automatico a pioggia
3.3.6. Protezione antisismica dell’impiantistica antincendio
3.3.7. Disposizioni per gli altri impianti di protezione attiva contro l’incendio
3.3.8. Impiego di prodotti e sistemi per la protezione antincendio delle costruzioni
3.4. Gli impianti fissi ed automatici di estinzione
3.4.1. Impianto automatico fisso ad acqua
3.4.2. Impianto automatico fisso a gas inerte
3.4.3. Impianto automatico fisso a schiuma
3.4.4. Impianto automatico fisso a polveri
3.4.5. Impianti spray ad acqua
3.4.6. Impianti ad acqua nebulizzata o water mist
3.4.7. Impianti ad aerosol condensato
3.4.8. Sistemi a riduzione di ossigeno
3.4.9. Le stazioni di pompaggio antincendio
4. Impianti di evacuazione dei fumi e del calore
4.1. Sistemi per il controllo di fumo e calore
4.1.1. Principi di funzionamento
4.1.2. Progettazione
4.1.3. Calcolo Superficie Utile Totale di apertura (SUT)
4.1.4. Durata convenzionale di sviluppo dell’incendio
4.1.5. Superficie convenzionale dell’incendio
4.1.6. Superficie per l’afflusso di aria fresca
4.1.7. Evacuatori naturali di fumo e calore ENFC
4.1.8. Barriere al fumo
4.1.9. Aperture per l’afflusso di aria fresca
4.2. Sistemi per il controllo di fumo e calore di tipo forzato
4.2.1. Ventilatori per SEFFC
4.2.2. Punti di afflusso dell’aria esterna
4.2.3. Condotte di controllo del fumo
4.2.4. Serrande di controllo del fumo
4.2.5. Barriere al fumo
5. Gli impianti di rivelazione e segnalazione incendi
6. La manutenzione degli impianti antincendio
7. Il decreto controlli
Capitolo VIII - Le regole tecniche di prevenzione incendi
1. Le strutture ricettive turistico-alberghiere
1.1. Campo di applicazione del decreto sugli alberghi
1.2. Termini, definizioni e tolleranze dimensionali
1.3. Disposizioni relative alle attività ricettive con capacità superiore a 25 posti letto – Attività di nuova costruzione
1.3.1. Ubicazione
1.3.2. Accesso all’area e accostamento dei mezzi di soccorso
1.3.3. Caratteristiche costruttive delle strutture e dei materiali
1.3.4. Compartimentazione
1.3.5. Scale
1.3.6. Misure per l’evacuazione in caso di emergenza
1.3.7. Larghezza delle vie di uscita
1.3.8. Locali adibiti a depositi
1.3.9. Servizi tecnologici
1.3.10. Impianti di condizionamento e ventilazione
1.3.11. Impianti centralizzati
1.3.12. Condotte
1.3.13. Schemi funzionali
1.3.14. Spazi per riunioni e trattenimenti
1.3.15. Impianti elettrici
1.3.16. Sistemi di allarme
1.3.17. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi
1.3.17.1. Estintori
1.3.17.2. Impianti idrici antincendio
1.3.18. Impianti di rivelazione e segnalazione degli incendi
1.3.19. Gestione della sicurezza
1.3.20. Addestramento del personale
1.3.21. Istruzioni per il pubblico
1.4. Attività esistenti
1.4.1. Resistenza al fuoco delle strutture
1.4.2. Misure per l’evacuazione in caso di incendio
1.4.3. Affollamento – Capacità di deflusso
1.4.4. Vie di uscita ad uso esclusivo
1.4.4.1. Edifici serviti da due o più scale
1.4.4.2. Edifici serviti da una sola scala
1.4.4.3. Atrio di ingresso
1.4.5. Vie di uscita ad uso promiscuo
1.5. Rifugi alpini
1.5.1. Rifugi di capienza non superiore a 25 posti letto
1.5.2. Rifugi di capienza superiore a 25 posti letto
1.5.2.1. Rifugi nuovi ed esistenti raggiungibili con strada rotabile
1.5.2.2. Rifugi nuovi non raggiungibili da strada rotabile
1.5.2.3. Rifugi esistenti non raggiungibili da strada rotabile ma raggiungibili con mezzo meccanico di risalita in servizio pubblico con esclusione delle sciovie
1.5.2.4. Rifugi esistenti non raggiungibili da strada rotabile
1.6. Piano straordinario biennale di adeguamento antincendio
1.7. Strutture ricettive esistenti inserite all’interno di edifici di valore storico ed artistico
1.8. Strutture ricettive con numero di posti letto superiore a 25 e fino a 50
1.8.1. Ubicazione e comunicazioni
1.8.2. Resistenza al fuoco
1.8.3. Reazione al fuoco
1.8.4. Piani interrati, corridoi e scale
1.8.4.1. Misure per l’evacuazione in caso d’incendio
1.8.4.2. Larghezza delle vie di uscita
1.8.5. Vie di uscita ad uso esclusivo
1.8.5.1. Edificio servito da due o più scale
1.8.5.2. Edificio servito da una sola scala
1.8.5.3. Atrio di ingresso
1.8.6. Vie di uscita ad uso promiscuo
1.8.6.1. Aree ed impianti a rischio specifico
1.8.6.2. Servizi tecnologici
1.8.7. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi
1.8.7.1. Estintori d’incendio
1.8.7.2. Impianti idrici antincendio
1.8.7.3. Impianti di rivelazione e segnalazione allarme incendio
1.8.8. Segnaletica di sicurezza
1.8.9. Gestione della sicurezza
1.8.9.1. Istruzioni di sicurezza
1.9. Campeggi, villaggi turistici e strutture ricettive all’aperto
1.9.1. Ubicazione
1.9.1.1. Distanze di sicurezza
1.9.1.2. Accesso all’area
1.9.1.3. Sistemazione interna
1.9.2. Resistenza al fuoco delle strutture
1.9.3. Misure per l’evacuazione in caso di emergenza
1.9.4. Attività accessorie
1.9.4.1. Locali adibiti a depositi e depositi all’aperto
1.9.4.2. Depositi di sostanze infiammabili
1.9.4.3. Parcheggi all’aperto
1.9.4.4. Punti fuoco
1.9.5. Impianti elettrici
1.9.6. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi
1.9.6.1. Estintori
1.9.6.2. Rete di idranti antincendio
1.9.7. Impianti di rivelazione, segnalazione e allarme
1.9.8. Segnaletica di sicurezza
1.9.9. Organizzazione e gestione della sicurezza antincendio
1.10. I condhotel
2. I locali per le attività di spettacolo e di intrattenimento
2.1. Campo di applicazione del decreto sui locali di pubblico spettacolo
2.2. Definizioni
2.3. Disposizioni generali per la costruzione dei locali
2.3.1. Ubicazione
2.3.2. Complessi multisala
2.3.3. Comunicazioni con altre attività
2.3.4. Abitazioni ed esercizi ammessi entro i locali
2.3.5. Strutture e materiali
2.3.6. Materiale scenico
2.4. Distribuzione e sistemazione dei posti nella sala
2.4.1. Distribuzione dei posti a sedere
2.4.2. Sistemazione dei posti fissi a sedere
2.5. Misure per l’esodo del pubblico dalla sala
2.5.1. Affollamento e capacità di deflusso
2.5.2. Sistema delle vie di uscita
2.5.3. Scale
2.6. Disposizioni particolari per la scena
2.6.1. Sipario di sicurezza
2.6.2. Scena integrata nella sala
2.7. Disposizioni particolari per le cabine di proiezione
2.8. Circhi, parchi di divertimento e spettacoli viaggianti
2.9. Aree ed impianti a rischio specifico
2.9.1. Depositi
2.9.2. Impianti di condizionamento e ventilazione
2.10. Impianti elettrici
2.11. Sistema di allarme
2.12. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi
2.13. Gestione della sicurezza
2.14. Adeguamento dei locali esistenti
2.15. Le autorizzazioni delle Commissioni di vigilanza per i locali di pubblico spettacolo
2.16. Manifestazioni pubbliche all’aperto
2.16.1. Aspetti di safety e di security
2.16.2. Linee guida per gli eventi pubblici all’aperto
2.17. La vigilanza antincendio nei locali di pubblico spettacolo
3. Gli impianti per le attività sportive
3.1. Campo di applicazione e definizioni
3.2. Norme procedurali per la costruzione o modificazione di impianti sportivi
3.3. Ubicazione e area di servizio annessa
3.4. Spazi riservati agli spettatori e all’attività sportiva
3.5. Settori
3.6. Sistema di vie di uscita
3.7. Aree di sicurezza e varchi
3.7.1. Distribuzione interna
3.8. Manifestazioni occasionali
3.9. Coperture pressostatiche
3.10. Piscine
3.11. Strutture, finiture ed arredi
3.12. Depositi
3.13. Impianti tecnici
3.13.1. Impianti elettrici
3.13.2. Impianti di rilevazione e segnalazione degli incendi
3.13.3. Impianti di allarme
3.13.4. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi
3.14. Dispositivi di controllo degli spettatori
3.15. Gestione della sicurezza
4. Gli edifici scolastici
4.1. Classificazione
4.2. Caratteristiche costruttive
4.3. Comportamento al fuoco dei materiali
4.4. Compartimentazioni
4.5. Misure per l’evacuazione in caso di emergenza
4.6. Spazi a rischio specifico
4.6.1. Spazi per esercitazioni
4.6.2. Spazi per depositi
4.6.3. Servizi tecnologici
4.6.4. Spazi per l’informazione e le attività parascolastiche
4.7. Impianti elettrici
4.8. Sistemi di allarme
4.9. Mezzi ed impianti fissi di protezione ed estinzione degli incendi
4.10. Norme di sicurezza per le scuole con numero di persone inferiore a 100
4.11. Norme di esercizio
4.12. Norme transitorie
5. Le attività commerciali di vendita all’ingrosso e al dettaglio
5.1. Ubicazione
5.2. Ubicazione ai piani interrati
5.3. Resistenza al fuoco
5.4. Reazione al fuoco dei materiali
5.5. Compartimentazione
5.6. Dimensionamento delle vie di esodo nelle attività commerciali
5.7. Sistemi di vie di esodo
5.8. Aree ed impianti a rischio specifico
5.9. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi
5.10. Organizzazione e gestione della sicurezza antincendio
6. Gli edifici di grande altezza destinati a civile abitazione
6.1. Caratteristiche costruttive e resistenza al fuoco
6.2. Scelta dell’area
6.3. Ascensori
6.4. Comunicazioni
6.5. Scale, androni e passaggi comuni – Reazione al fuoco dei materiali
6.6. Impianti di produzione di calore
6.7. Impianti elettrici
6.8. Impianti antincendi
6.9. Le facciate
6.10. Gestione della sicurezza
7. Gli edifici storici destinati a musei e gallerie
7.1. Attività consentite negli edifici
7.2. Misure precauzionali per lo sfollamento delle persone in caso di emergenza
7.3. Disposizioni di sicurezza
7.4. Depositi
7.5. Impianti elettrici
7.6. Mezzi antincendio
7.7. Gestione della sicurezza
7.8. Piani di emergenza e istruzioni di sicurezza
8. Gli uffici pubblici e privati
8.1. Termini e definizioni di prevenzione incendi
8.2. Ubicazione, separazioni e comunicazioni
8.3. Caratteristiche costruttive e comportamento al fuoco
8.4. Misure per l’evacuazione in caso di emergenza
8.5. Archivi e depositi
8.6. Impianti di condizionamento e ventilazione
8.7. Impianti elettrici
8.8. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi
8.9. Sistema di allarme
8.10. Uffici esistenti soggetti ai controlli di prevenzione incendi
9. Gli asili nido
9.1. Asili nido di nuova realizzazione con più di 30 persone presenti
9.1.1. Ubicazione
9.1.2. Separazioni e comunicazioni
9.1.3. Accesso all’area ed accostamento dei mezzi di soccorso
9.1.4. Resistenza al fuoco e compartimentazione
9.1.5. Reazione al fuoco
9.1.6. Scale
9.1.7. Dimensionamento del sistema di vie di esodo
9.1.8. Aree ed impianti a rischio specifico
9.1.8.1. Impianti di produzione di calore e confezionamento dei pasti
9.1.8.2. Locali adibiti a depositi
9.1.8.3. Impianti elettrici
9.1.8.4. Servizi di sicurezza
9.1.9. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi
9.1.10. Impianti di rivelazione e segnalazione automatica di incendio
9.1.11. Sistemi di allarme
9.1.12. Segnaletica di sicurezza
9.1.13. Gestione della sicurezza antincendio
9.2. Asili nido esistenti con più di 30 persone presenti
9.2.1. Separazioni e comunicazioni
9.2.2. Resistenza al fuoco
9.2.3. Scale
9.2.4. Numero di uscite
9.2.5. Adeguamento asili nido
9.3. Asili nido con meno di 30 persone presenti
10. Le strutture sanitarie pubbliche e private
10.1. Strutture sanitarie di nuova costruzione
10.1.1. Classificazione delle aree delle strutture sanitarie
10.1.2. Resistenza al fuoco delle strutture
10.1.3. Reazione al fuoco dei materiali
10.1.4. Compartimentazione
10.1.5. Scale
10.1.6. Montalettighe utilizzabili in caso di incendio
10.1.7. Misure per l’esodo in caso di emergenza
10.1.8. Aree ed impianti a rischio specifico
10.1.8.1. Locali adibiti a depositi
10.1.8.2. Locali adibiti a servizi generali
10.1.8.3. Impianti di distribuzione dei gas
10.1.8.4. Impianti di condizionamento e ventilazione
10.1.8.5. Impianti elettrici
10.1.9. Mezzi ed impianti di estinzione degli incendi
10.1.10. Impianti di rivelazione, segnalazione e allarme
10.1.11. Organizzazione e gestione della sicurezza antincendio
10.2. Strutture sanitarie esistenti
10.2.1. Classificazione delle aree delle strutture sanitarie
10.2.2. Resistenza al fuoco delle strutture
10.2.3. Locali destinati a sorgenti di radiazioni ionizzanti
10.2.4. Scale
10.2.5. Montalettighe antincendio
10.2.6. Misure per l’esodo di emergenza
10.2.7. Aree ed impianti a rischio specifico
10.2.7.1. Locali adibiti a depositi di materiale combustibile
10.2.7.2. Distribuzione dei gas medicali
10.2.7.3. Impianti di condizionamento e ventilazione
10.2.7.4. Impianti elettrici
10.2.8. Mezzi ed impianti di protezione attiva
10.2.9. Impianti di rivelazione, segnalazione e allarme incendio
10.2.10. Sistema di gestione della sicurezza
10.3. Strutture sanitarie di tipo ambulatoriale
10.3.1. Strutture ambulatoriali, sia esistenti che di nuova costruzione, non soggette ai controlli dei Vigili del fuoco
10.3.2. .Strutture ambulatoriali, sia esistenti che di nuova costruzione, aventi superficie maggiore di 500 m2 e fino a 1.000 m2
10.3.2.1. Resistenza al fuoco delle strutture
10.3.2.2. Reazione al fuoco dei materiali
10.3.2.3. Misure per l’esodo di emergenza
10.3.2.4. Aree ed impianti a rischio specifico
10.3.2.5. Impianti elettrici
10.3.2.6. Estintori
10.3.3. Strutture ambulatoriali esistenti aventi superficie maggiore di 1.000 m2
10.3.3.1. Ubicazione
10.3.3.2. Resistenza al fuoco delle strutture
10.3.3.3. Reazione al fuoco dei materiali
10.3.3.4. Compartimentazione
10.3.3.5. Destinazioni d’uso dei locali
10.3.3.6. Scale
10.3.3.7. Misure per l’esodo di emergenza
10.3.3.8. Aree ed impianti a rischio specifico
10.3.3.9. Impianti elettrici
10.3.3.10. Mezzi ed impianti di protezione attiva contro l’incendio
10.3.3.11. Organizzazione e gestione della sicurezza antincendio
10.3.3.12. Segnaletica di sicurezza e istruzioni di sicurezza
10.3.4. Strutture ambulatoriali di nuova costruzione aventi superficie maggiore di 1.000 m2
10.3.5. Le camere iperbariche
Capitolo IX - La valutazione del rischio di incendio secondo il Codice di prevenzione incendi
Premessa
1. Sezione G – Generalità
1.1. Termini, definizioni e simboli grafici
1.1.1. Tolleranze
1.2. Progettazione per la sicurezza antincendio
1.2.1. Metodologia generale per la progettazione della sicurezza antincendio
1.2.2. Valutazione del rischio di incendio per l’attività
1.2.3. Strategia antincendio per la mitigazione del rischio
1.2.4. Individuazione delle soluzioni progettuali
1.2.5. Metodi di progettazione della sicurezza antincendio
1.2.6. Metodi aggiuntivi di progettazione della sicurezza antincendio
1.2.7. Valutazione del progetto antincendio
1.3. Determinazione dei profili di rischio delle attività
1.3.1. Definizione dei profili di rischio
1.3.2. Profilo di rischio Rvita
1.3.3. Profilo di rischio Rbeni
1.3.4. Profilo di rischio Rambiente
2. Strategia antincendio
2.1. Reazione al fuoco
2.1.1. Livelli di prestazione
2.1.2. Criteri di attribuzione dei livelli di prestazione
2.1.3. Soluzioni progettuali
2.1.4. Classificazione dei materiali in gruppi
2.2. Resistenza al fuoco
2.2.1. Livelli di prestazione
2.2.2. Soluzioni progettuali
2.2.3. Verifica delle prestazioni di resistenza al fuoco
2.2.3.1. Verifica delle prestazioni con incendi convenzionali di progetto
2.2.3.2. Verifica delle prestazioni con curve naturali di incendio
2.2.3.3. Curve nominali d’incendio
2.2.4. Criteri di progettazione strutturale in caso di incendio
2.2.5. Calcolo del carico di incendio specifico di progetto
2.2.6. Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione
2.2.7. Simbologia
2.2.8. Classi
2.2.9. Modalità per la classificazione in base ai risultati di prove
2.2.10. Modalità per la classificazione in base ai risultati di calcoli
2.2.11. Modalità per la classificazione in base a confronti con tabelle
2.3. Compartimentazione
2.3.1. Livelli di prestazione
2.3.2. Soluzioni progettuali
2.3.3. Caratteristiche generali della compartimentazione
2.3.4. Progettazione della compartimentazione
2.3.5. Realizzazione della compartimentazione
2.3.6. Distanza di separazione per limitare la propagazione dell’incendio
2.3.7. Ubicazione
2.3.8. Comunicazioni tra attività
2.3.9. Metodi per la determinazione della distanza di separazione
2.4. Esodo
2.4.1. Livelli di prestazione
2.4.2. Soluzioni progettuali
2.4.3. Caratteristiche del sistema di esodo
2.4.4. Progettazione del sistema di esodo
2.5. Gestione della sicurezza antincendio
2.5.1. Livelli di prestazione
2.5.2. Soluzioni progettuali
2.5.3. Misure di prevenzione degli incendi
2.5.4. Progettazione della gestione della sicurezza
2.5.5. Gestione della sicurezza nell’attività in esercizio
2.6. Controllo dell’incendio
2.6.1. Livelli di prestazione
2.6.2. Criteri di attribuzione dei livelli di prestazione
2.7. Rivelazione incendi
2.7.1. Livelli di prestazione
2.7.3. Impianti di rivelazione ed allarme incendio
2.7.4. Sistema di diffusione dei messaggi di emergenza ad altoparlante
2.8. Controllo di fumi e calore
2.8.1. Livelli di prestazione
2.8.2. Soluzioni progettuali
2.8.3. Aperture di smaltimento di fumo e calore d’emergenza
2.8.4. Sistemi di ventilazione forzata orizzontale del fumo e del calore (SVOF)
2.8.5. Sistemi per l’evacuazione di fumo e calore
2.9. Operatività antincendio
2.9.1. Livelli di prestazione
2.9.2. Soluzioni progettuali
2.10. Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio
2.10.1. Livelli di prestazione
2.10.2. Soluzioni progettuali
2.10.3. Prescrizioni aggiuntive di sicurezza antincendio
3. Sezione V – Regole tecniche verticali
3.1. Aree a rischio specifico (V.1)
3.1.1. Strategia antincendio
3.2. Aree a rischio per atmosfere esplosive (V.2)
3.2.1. Valutazione del rischio di esplosione
3.2.2. Misure di prevenzione, protezione e gestionali
3.2.3. Prodotti
3.2.4. Opere da costruzione progettate per resistere alle esplosioni
3.3. Vani degli ascensori (V.3)
3.3.1. Strategia antincendio
3.4. Le attività di ufficio secondo il Codice (V.4)
3.4.1. Campo di applicazione
3.4.2. Strategia antincendio
3.4.3. Reazione al fuoco
3.4.4. Resistenza al fuoco
3.4.5. Compartimentazione
3.4.6. Gestione della sicurezza antincendio
3.4.7. Controllo dell’incendio
3.4.8. Rivelazione ed allarme incendi
3.4.9. Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio
3.5. Le strutture alberghiere secondo il Codice (V.5)
3.5.1. Classificazioni
3.5.2. Strategia antincendio
3.5.3. Reazione al fuoco
3.5.4. Resistenza al fuoco e compartimentazione
3.5.5. Esodo
3.5.6. Gestione della sicurezza antincendio
3.5.7. Controllo dell’incendio
3.5.8. Rivelazione ed allarme
3.5.9. Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio
3.5.10. Strutture ricettive con un numero di posti letto non superiore a 25
3.6. Le attività di autorimessa secondo il Codice (V.6)
3.6.1. Campo di applicazione
3.6.2. Classificazione
3.6.3. Strategia antincendio
3.6.4. Reazione al fuoco
3.6.5. Resistenza al fuoco
3.6.6. Compartimentazione
3.6.7. Esodo
3.6.8. Gestione della sicurezza antincendio
3.6.9. Controllo dell’incendio
3.6.10. Controllo di fumi e calore
3.6.11. Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio
3.6.12. Requisiti dimensionali
3.6.13. Scenari per la verifica della capacità portante in caso di incendio
3.6.14. Autorimesse sotto soglia
3.7. Le attività scolastiche secondo il Codice (V.7)
3.7.1. Campo di applicazione
3.7.2. Classificazioni
3.7.3. Strategia antincendio
3.7.4. Reazione al fuoco
3.7.5. Resistenza al fuoco
3.7.6. Compartimentazione
3.7.7. Gestione della sicurezza antincendio
3.7.8. Controllo dell’incendio
3.7.9. Rivelazione ed allarme
3.7.10. Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio
3.8. Le attività commerciali secondo il Codice (V.8)
3.8.1. Classificazioni
3.8.2. Profili di rischio e strategia antincendio
3.8.3. Reazione al fuoco
3.8.4. Resistenza al fuoco e compartimentazione
3.8.5. Esodo
3.8.6. Gestione della sicurezza antincendio
3.8.7. Controllo dell’incendio
3.8.8. Rivelazione ed allarme
3.8.9. Controllo di fumi e calore
3.8.10. Operatività antincendio
3.8.11. Sicurezza degli impianti tecnologici e altre indicazioni
3.9. Gli asili nido secondo il Codice (V.9)
3.9.1. Campo di applicazione e classificazioni
3.9.2. Valutazione del rischio di incendio
3.9.3. Strategia antincendio
3.10. Musei, gallerie, esposizioni, mostre, biblioteche e archivi in edifici storici tutelati secondo il Codice (V.10)
3.10.1. Classificazioni
3.10.2. Strategia antincendio
3.11. Strutture sanitarie (V.11)
3.11.1. Classificazioni
3.11.2. Valutazione del rischio di incendio e strategia antincendio
3.11.3. Resistenza al fuoco
3.11.4. Compartimentazione
3.11.5. Ubicazione
3.11.6. Comunicazioni
3.11.7. Esodo
3.11.8. Gestione della sicurezza antincendio
3.11.9. Controllo dell’incendio
3.11.10. Rivelazione ed allarme
3.11.11. Controllo di fumi e calore
3.11.12. Operatività antincendio
3.11.13. Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio
3.11.14. Altre misure di sicurezza
3.11.15. Strutture sanitarie con un numero di posti letto inferiore a 25
3.12. Altre attività in edifici storici tutelati (V.12)
3.12.1. Campo di applicazione
3.12.2. Classificazioni e valutazione del rischio di incendio
3.12.3. Strategia antincendio
3.12.4. Reazione al fuoco
3.12.5. Resistenza al fuoco
3.12.6. Esodo
3.12.7. Gestione della sicurezza antincendio
3.12.8. Piano di limitazione dei danni
3.12.9. Controllo dell’incendio
3.12.10. Rivelazione ed allarme
3.12.11. Controllo di fumi e calore
3.13. Chiusure d’ambito degli edifici civili (V.13)
3.13.1. L’involucro edilizio
3.13.2. Gli incendi di facciata
3.13.3. I materiali per l’isolamento
3.13.4. Geometria e proiezioni esterne
3.13.5. Sistemi speciali di facciata
3.13.6. Prove al fuoco
3.13.7. La normativa sulle chiusure d’ambito degli edifici civili
3.13.8. Classificazione
3.13.9. Strategia antincendio
3.13.10. Reazione al fuoco
3.13.11. Fasce di separazione in facciata
3.13.12. Facciate a doppia pelle ventilate
3.13.13. Fasce di separazione in copertura
3.13.14. Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio
3.13.15. Verifica dei requisiti di resistenza al fuoco
3.14. Edifici di elevata altezza destinati a civile abitazione (V.14)
3.14.1. Campo di applicazione
3.14.2. Classificazioni
3.14.3. Valutazione del rischio di incendio
3.14.3.1. Reazione al fuoco
3.14.3.2. Resistenza al fuoco
3.14.3.3. Compartimentazione
3.14.3.4. Esodo
3.14.3.5. Gestione della sicurezza antincendio
3.14.3.6. Controllo dell’incendio
3.14.3.7. Rivelazione ed allarme
3.14.3.8. Operatività antincendio
3.14.3.9. Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio
3.15. I locali per le attività di spettacolo e di intrattenimento (V.15)
3.15.1. Campo di applicazione
3.15.2. Classificazioni
3.15.3. Valutazione del rischio di incendio
3.15.4. Strategia antincendio
3.15.5. Reazione al fuoco
3.15.6. Resistenza al fuoco
3.15.7. Compartimentazione
3.15.8. Esodo
3.15.9. Gestione della sicurezza antincendio
3.15.10. Controllo dell’incendio
3.15.11. Rivelazione ed allarme
3.15.12. Controllo di fumi e calore
3.15.13. Sicurezza degli impianti tecnologici
3.16. Deposito e trattamento dei rifiuti
3.16.1. Classificazione
3.16.2. Valutazione del rischio di incendio
3.16.3. Reazione al fuoco
3.16.4. Resistenza al fuoco
3.16.5. Compartimentazione
3.16.6. Distanza di separazione per limitare la propagazione dell’incendio
3.16.7. Procedura per la determinazione tabellare della distanza di separazione per gli stoccaggi all’aperto
3.16.8. Gestione della sicurezza antincendio
3.16.9. Controllo dell’incendio
3.16.10. Rivelazione ed allarme
3.16.11. Operatività antincendio
3.16.12. Sicurezza degli impianti tecnologici
4. Sezione M – Metodi
4.1. Metodologia per l’ingegneria della sicurezza antincendio
4.1.1. Fasi della metodologia
4.1.1.1. Prima fase: analisi preliminare
4.1.1.2. Seconda fase: analisi quantitativa
4.1.2. Documentazione di progetto
4.1.2.1. Sommario tecnico
4.1.2.2. Relazione tecnica
4.1.2.3. Requisiti aggiuntivi per la gestione della sicurezza antincendio
4.1.3. Criteri di scelta e d’uso dei modelli e dei codici di calcolo
4.2. Scenari di incendio per la progettazione prestazionale
4.2.1. Identificazione dei possibili scenari d’incendio
4.2.2. Selezione degli scenari d’incendio di progetto
4.2.3. Descrizione quantitativa degli scenari d’incendio di progetto
4.2.4. Durata degli scenari d’incendio di progetto
4.2.5. Stima della curva RHR
4.2.6. Focolare predefinito
4.3. Salvaguardia della vita con la progettazione prestazionale
4.3.1. Progettazione prestazionale per la salvaguardia della vita
4.3.2. Calcolo di ASET
4.3.3. Calcolo di RSET
4.3.4. Soglie di prestazione per la salvaguardia della vita
Capitolo X - La valutazione dei rischi di incendio nei luoghi di lavoro
1. Criteri generali di sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro
1.1. Campo di applicazione
1.2. Valutazione del rischio di incendio
1.3. Strategia antincendio
1.4. Compartimentazione
1.5. Esodo
1.5.1. Caratteristiche del sistema d’esodo
1.5.2. Dati di ingresso per la progettazione del sistema d’esodo
1.5.3. Progettazione del sistema d’esodo
1.6. Gestione della sicurezza antincendio (GSA)
1.7. Controllo dell’incendio
1.8. Rivelazione ed allarme
1.9. Controllo di fumi e calore
1.10. Operatività antincendio
1.11. Sicurezza degli impianti tecnologici e di servizio
2. Criteri generali per la valutazione dei rischi di incendio nei luoghi di lavoro
2.1. Identificazione dei pericoli di incendio
2.2. Identificazione dei luoghi a rischio di incendio
2.3. Adeguatezza delle misure di sicurezza
3. Misure intese a ridurre la probabilità di insorgenza degli incendi
4. La gestione della sicurezza antincendio
4.1. Gestione della sicurezza antincendio in esercizio
4.2. Preparazione all’emergenza
4.3. Gestione della sicurezza antincendio in emergenza
4.4. Contenuti del piano di emergenza
4.5. Assistenza alle persone con esigenze speciali in caso di incendio
5. Gli addetti al servizio antincendio
5.1. Designazione degli addetti al servizio antincendio
5.2. Corsi di formazione e aggiornamento antincendio per addetti al servizio antincendio
5.3. Idoneità tecnica degli addetti al servizio antincendio
5.4. Requisiti dei docenti
5.5. Inquadramento didattico
5.6. Esami di fine corso
5.7. Aggiornamento dei docenti
6. La segnaletica di sicurezza
Capitolo XI - Cenni sull’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio
1. Il decreto del Ministro dell’interno 9 maggio 2007
2. Il sistema di gestione della sicurezza antincendio
3. La progettazione antincendio con i metodi dell’approccio ingegneristico
3.1. Definizioni
3.2. Scheda informativa generale
3.3. Analisi preliminare
3.4. Definizione del progetto
3.5. Identificazione degli obiettivi di sicurezza antincendio
3.6. Identificazione dei livelli di prestazione
3.7. Scenari di incendio
3.8. Analisi quantitativa
3.9. La documentazione a corredo dei modelli
3.10. Parametri e valori associati
3.11. Metodi analitici (a seconda dell’algoritmo scelto)
3.12. Modelli a zone
3.13. Modelli di campo
3.14. Modelli di simulazione dell’esodo
3.15. Confronto fra risultati e livelli di prestazione
Capitolo XII - La chimica del fuoco e i materiali combustibili
1. La combustione
2. Il potere calorifico
3. Le sorgenti di innesco
4. L’esplosione
5. La curva d’incendio
6. Tabella dei poteri calorifici dei materiali
Capitolo XIII - Esempio di relazione tecnica di attività a rischio di incendio
• Relazione di progetto antincendio per la realizzazione di un nuovo edificio commerciale, secondo il Codice di prevenzione incendi, con annessa autorimessa e gruppo elettrogeno
Appendice normativa on line
Formulario on line