La "Rivista di Diritto Civile" compie 70 anni. Venne fondata nel 1955 e concepita tra Padova e Bologna come frutto del rapporto che legava tra loro due fortissime personalità, quelle di Alberto Trabucchi e Walter Bigiavi. La Rivista si è sempre distinta per la vocazione a porsi come punto di riferimento degli studi privatistici in tutto l’ambito nazionale e non solo. La presente pubblicazione ha scopo non solo celebrativo. Certo, l’occasione è festosa, perché lunga è stata la via che ha portato "la Civile" fino ai nostri giorni, attraverso il serrato corso degli eventi che in questi 70 anni hanno segnato la legislazione privatistica e il pensiero giuridico stesso. Ma la finalità della presente raccolta è anche di natura diversa. Si è voluto tracciare in qualche modo un consuntivo, idealmente tirando le fila di un discorso concepito come unico e corale, pur nella pluralità delle voci che hanno contribuito a costruirlo, nella varietà tematica, nella diversità dei toni e della prosa. Una diversità tenuta insieme dall'elevata qualità dei contributi che la Rivista ha saputo offrire al lettore. Ne esce così un’immagine della vita della Rivista composta da saggi selezionati uno per ciascuno degli studiosi che si sono avvicendati come membri della Direzione, e ciò fino a che questa è stata retta da Giorgio Cian, in quanto ultimo Direttore responsabile. Dagli scritti scelti si vorrebbe che il lettore potesse cogliere le differenti personalità di coloro che hanno retto la Rivista: menti diverse, prammatiche ed estrose, caratteri miti e fermissimi, ma studiosi tutti dall'innegabile multiforme ingegno, come traspare dagli stili, dai metodi e dalle passioni che li hanno guidati nella scelta dei temi da trattare. La scelta grafica è quella della ristampa anastatica. Ciò per dare il senso, anche visivo, del valore storico che la silloge porta. Ma anche per ragioni puramente estetiche, nulla essendovi da spiegare quanto al fascino che la pagina d’antan esercita su chi ama la lettura. Infine, in un’epoca in cui gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione sembrerebbero far credere che lo studio e la ricerca possano essere inutili, è bene richiamare l’attenzione su quanto essi rimangano, invece, fondamentali per il progresso delle scienze giuridiche. E di ciò, appunto, danno piena testimonianza i lavori selezionati in questa antologia.