“Sistemi di giustizia costituzionale” si propone come testo indispensabile per i corsi di giustizia costituzionale comparata, e quale utile supporto per i corsi di giustizia costituzionale interna e di diritto pubblico/costituzionale comparato. L’analisi delle teorie, della storia, dei sistemi vigenti, sta alla base di una riflessione critica delle teorie tradizionali della giustizia costituzionale, supportata dai dati e dall’ampia bibliografia.
Abbandonata la derivazione dai modelli, il volume critica la dicotomia Politico/giurisdizionale spesso utilizzata per classificare i sistemi di giustizia costituzionale; ricorda che in ciascun sistema convivono, al lato di caratteristiche giurisdizionali, forme “politiche” di controllo della legge, e altre funzioni conferite alle Corti costituzionali che non sono tipiche della giurisdizione; soprattutto, sottolinea che la stessa nozione di giurisdizione è tutt’altro che nitida.
Critica altresì la dicotomia concentrato/diffuso, utilizzata per classificare i sistemi di giustizia costituzionale; ricorda che già molti autori hanno proposto di tenere in conto altri elementi, come la derivazione dei giudici, il bene protetto, la vicinanza agli interessi sottesi, l’efficacia diretta delle pronunce, ecc.; si sofferma però su ulteriori fattori importanti, spesso lasciati nell’ombra, come il parametro e l’oggetto del giudizio di costituzionalità. In particolare, il ruolo dei trattati come parametro di giudizio, e delle leggi di revisione costituzionale quale oggetto del controllo, snaturano completamente la giustizia costituzionale come configurata in Europa e America nei secoli scorsi. Ne risulta una sovraesposizione della giustizia costituzionale rispetto agli altri poteri e allo stesso potere di revisione, avallata in dottrina da teorie della costituzione che confidano in valori metafisici per limitare l’origine popolare della democrazia.
Sulla base di un’analisi dei sistemi di giustizia costituzionale operanti nel mondo – non solo quelli basati su valori “occidentali” –, suggerisce per ciò nuove modalità per classificarli in modo “duttile “ e misurare la “forza” delle corti in ciascun ordinamento.