Siamo sudditi o cittadini? Questa domanda sintetizza la millenaria lotta per il ruolo che dobbiamo avere all’interno delle organizzazioni in cui viviamo: siamo semplici sudditi, sottomessi incondizionatamente a una volontà superiore di chi comanda oppure siamo cittadini che partecipano alla formazione della stessa sovranità?
A prima vista, oggi ci dichiariamo tutti cittadini, perché partecipiamo alle moderne democrazie, con molti diritti e libertà. Almeno in Europa occidentale da un paio di secoli si è compiuto, in maniera non sempre lineare, il passaggio dalle monarchie assolute a sistemi che garantiscono la divisione dei poteri, i diritti fondamentali, la protezione sociale delle categorie più deboli: modelli politici aperti e competitivi, basati sul principio di legalità e sul pluralismo.
Ancor più dopo la Seconda guerra mondiale le Costituzioni repubblicane hanno garantito questi modelli e hanno consentito il consolidamento delle democrazie pluraliste e l’ampliamento dei diritti a categorie sempre più ampie. Tuttavia, negli ultimi anni, con l’espansione incredibile del mondo digitale la nostra posizione di cittadini può essere ripensata; sembra che internet e il digitale siano soltanto strumenti per ampliare la libertà, l’informazione, la conoscenza.
Invece, all’interno delle piattaforme ci troviamo ad essere semplici utenti, con pochi diritti e poche tutele. Forse stiamo tornando a essere sudditi, dopo aver lottato per diventare cittadini?
Il volume affronta tali questioni cruciali in quattro capitoli:
I. Sudditi e cittadini, in cui si analizzano i relativi concetti e l'evoluzione in particolare della posizione del cittadino nel sistema democratico.
II. Quali diritti nel mondo digitale? In tale capitolo ci si addentra nei nuovi diritti digitali, esaminando i rilevanti profili della libertà di espressione, della responsabilità delle piattaforme, della privacy, dei diritti dei consumatori e dei lavoratori, dei minori, nonché della libertà religiosa e il problema della eredità digitale.
III. Le regole del digitale, ove si delinea l'attuale regolamentazione del mondo digitale e le relative criticità, in particolare rispetto ai social network, con un approfondimento sulle nuove discipline di cui al Digital Service Act e Digital Markets Act, e quindi si affrontano le questioni attinenti alla tutela dei diritti in rete e alla burocrazia digitale.
IV. La democrazia alla prova del digitale. Nell'ultimo capitolo, si evidenziano le opportunità che il sistema digitale può offrire e al contempo i rilevanti rischi di torsione delle democrazie pluraliste, nelle quali si stanno consolidando una serie di poteri privati, le cui attività oramai sfuggono ai canoni delle norme statali, con ambiti che sono disciplinati da regole poste dagli stessi poteri privati. Da qui un'ulteriore domanda nell'ottica di superare un modello in cui i cittadini sono oramai soltanto "consumatori-utenti": "Verso una Costituzione per il digitale?".