Redigere un verbale di assemblea è semplice e privo di complessità. Si tratta, in sostanza, di rappresentare una sintesi degli accadimenti e degli interventi che si sono succeduti nel corso dello svolgimento dell’adunanza. La realtà è diversa: a partire dalla convocazione, passando attraverso la nomina degli organi, la discussione, l’esercizio del diritto di voto e, infine, la verbalizzazione, si celano insidie che non devono essere sottovalutate. I rischi maggiori si corrono nelle realtà di minore dimensione, caratterizzate da rapporti informali e in assenza di organi di controllo. Il codice civile non dedica molto spazio alle verbalizzazioni degli organi amministrativi mentre detta alcune regole base sullo svolgimento delle adunanze dei soci. Mettendo ordine nella normativa e acquisendo l’esperienza che ci viene dalla giurisprudenza è possibile tracciare un quadro ricco ed articolato, non privo di sorprese. Un esempio tra tanti possibili è quello della frase che tutti i partecipanti, almeno una volta hanno sentito tuonare a voce alta in assemblea: “... che venga messo a verbale quanto segue:.....”. E ancora: il socio ha il diritto di ottenere una copia del verbale al termine dell’assemblea? In queste ipotesi come dovrebbe comportarsi chi fosse chiamato a verbalizzare? Il testo si propone di fornire una guida su tutti i casi in cui è necessario convocare l’assemblea per evitare che un semplice ed apparentemente innocuo verbale possa un domani favorire ed alimentare un contenzioso che potrebbe presentare risvolti pericolosi con preoccupanti riflessi civili, penali e patrimoniali. A completamento della trattazione viene fornito un utile formulario: - Modulo di delega spa - Delega per assemblea di società a responsabilità limitata - Foglio presenza assemblea srl - Regolamento assembleare - Statuto della società “Alfa spa” - Statuto della società "Alfa srl" - Verbale assemblea deserta di società a responsabilità limitata