Le autonomie locali sono state “riconosciute” nell’articolo 5 della Costituzione, ed avrebbero dovuto essere “promosse”, e quindi valorizzate. Ma questa valorizzazione non è stata ancora realizzata. Il Comune, specie quello di piccole dimensioni, si è trovato – tra lo Stato e la Regione – come il classico “vaso di coccio” tra i “vasi di ferro”. Nonostante il Testo unico sugli Enti locali, che ha cercato di salvaguardare l’autonomia statutaria e regolamentare, vi sono state numerose leggi settoriali, statali e regionali, che hanno sottratto competenze al Comune, ed in taluni casi (ad es., in materia edilizia) hanno soppresso la stessa potestà regolamentare.
Nel 2000 si è avuto il cambiamento del Titolo V della Costituzione, che sembrava avere dato delle speranze per quest’autonomia, ma subito dopo è ripreso il dominio dello Stato e delle Regioni a danno dei Comuni, che sono rimasti in una situazione negativa, subordinata e “servente”.
Il presente volume indica la principali strade giuridiche per la “valorizzazione” dell’autonomia dei Comuni, difende quei valori che sembrano essere stati abbandonati, e parla delle legittime esigenze dei Comuni sulle quali altri hanno taciuto.