Che cosa significa “abitare i diritti”? I saggi raccolti in questo volume tentano di rispondere a questa domanda indagando, in un’ottica interdisciplinare, la dimensione spaziale della relazione tra diritto e persone.
Si tratta di una dimensione necessaria, in quanto il diritto colloca di continuo i soggetti nello spazio, disciplinandone il movimento, la stanzialità, le modalità di accesso ai luoghi, o l’accesso vero e proprio, e spingendosi talvolta fino a vietarli.
I diritti, conseguentemente, necessitano anch’essi di una traduzione spaziale, che appare spesso problematica e contraddittoria. Non a caso, alla luce di quanto evidenziato dal dibattito contemporaneo relativo alle caratteristiche e alle implicazioni della città globale e neoliberale, nel volume è riservata particolare attenzione allo spazio urbano, quale strumento che può produrre la discriminazione e l’esclusione delle persone o, al contrario, favorirne l’inclusione e la partecipazione.
Analizzare in chiave critica il rapporto tra diritti, soggetti e spazi significa pertanto offrire un contributo alla riflessione sulla giustizia mettendo a tema i luoghi (vecchi e nuovi) del diritto, al fine di valutarne l’impatto in un contesto giuridico e politico in cui la territorialità, nelle sue diverse accezioni e interpretazioni, gioca un ruolo giuridicamente ambivalente.