Gli scritti raccolti in questo volume si soffermano su aspetti della violenza politica tra fine Ottocento e tempo presente. Senza minimizzarne la portata, oppongono allo stereotipo della “violenza endemica” dei Balcani un’indagine che rivaluta i contesti, opera comparazioni, riflette sui concetti. “Balcani, Europa” approfondisce momenti di politica bulgara e romena, riflette sulla resistenza greca e scruta le stratificazioni della memoria serba e jugoslava. Non mancano cenni ad altre aree balcaniche né manca una ricognizione sulle minoranze dopo le recenti guerre jugoslave. Le atrocità di cui queste furono costellate vengono relazionate all’evoluzione della giurisprudenza sui crimini di guerra. Due dei contributi discutono gli abbinamenti tra il concetto di violenza e l'immagine dei Balcani, sia decostruendo le supposte peculiarità delle “violenze balcaniche” sia riflettendo sul ruolo assegnato a quest’area nella geografia immaginativa dell’Europa.