Le innovazioni più rilevanti derivano da processi in cui il valore innovativo è correlato a complessità, incertezza, tensioni nel coordinamento tra diversi attori. Serve perciò una specifica organizzazione, e un suo primo elemento è il "contratto" che ha lo scopo di evitare spreco di risorse e di garantire mutuo impegno. Emerge poi un secondo aspetto delle tensioni nel coordinamento che è spesso trascurato: i conflitti tra visioni contrastanti circa il miglior modo di procedere. Ma se questo conflitto si esce con il compromesso, il processo innovativo muore. L’innovazione è l’esito di un particolare tipo di conflitto, "imperfetto non patteggiabile", non gestibile dagli attori senza una regia. È indispensabile una leadership "trasformatrice". Ma, per tale caratterizzazione, essa non può assumere anche le funzioni proprie del contratto. Alcune applicazioni di questo semplice modello sembrano incoraggianti sia nello studio di casi (Echelon, Olivetti, Motorola, software Open Source, IBM) e sia nell’analisi di 30 Patti Territoriali in Italia. I buoni risultati innovativi si hanno con leadership forte e contratto forte, mentre non si ottengono quando manca uno di questi due elementi.