Il Corporate e Investment Banking (C&IB) che emerge dopo dieci anni di crisi finanziaria ed economica appare trasformato in diversi aspetti importanti. Innanzitutto è diventata sempre più evidente la distinzione tra una attività di C&IB alimentata e arricchita dalla cosiddetta finanza per la finanza, priva di connessione con la creazione di ricchezza reale e un C&IB legato alla finanza per l’economia, trainato cioè dalla domanda di servizi delle imprese. Lo scoppio della bolla della finanza pura ha avuto conseguenze di non poco conto: alcune investment bank leader a livello globale sono state liquidate o incorporate in operazioni di salvataggio; il mix di attività si è profondamente modificato e i modelli di business sono stati ridisegnati anche perché il ciclo dei profitti si è drasticamente ridimensionato. L’attenzione di questo libro è rivolta solo al C&IB al servizio della domanda delle imprese, attività che la crisi non ha messo in discussione, per il fatto di essere strettamente connessa ai fabbisogni dell’economia reale. In questo contesto, il caso italiano presenta aspetti specifici: soffre di un ritardo strutturale nello sviluppo del mercato del C&IB, solo in parte riequilibrato negli ultimi tempi. C’è da aggiungere anzi, che gli sviluppi in corso a livello europeo, attraverso l’attuazione della Capital Market Union, rendono ancora più evidente il ritardo italiano. In virtù di queste considerazioni, si può ritenere realistico che il nostro sistema di offerta di servizi finanziari alle imprese debba affrontare una trasformazione piuttosto profonda. È infatti troppo fragile una economia che si regge in misura così ampia sul credito bancario ed è in questa prospettiva che va visto l’interesse crescente per lo sviluppo del mercato delle attività di C&IB.