Il populismo è un fenomeno che divide e impone di schierarsi. Come altre categorie politiche, è controversa e polemica: se ne servono leader e partiti centristi per accusare idee e movimenti di destra come di sinistra, facendo dell’opposizione al populismo la bandiera per accreditarsi come moderati presso gli elettori. Il problema è che il populismo vanifica ogni pretesa di moderazione, radicalizza la sfera politica rendendo tutti populisti, se non altro nella propaganda e nello stile del discorso, opposizionale e intollerante. Al cuore del populismo vi è infatti un rifiuto del pluralismo: ciò in base a cui i populisti intendono governare è la pretesa di una rappresentanza morale esclusiva di quello che essi considerano «il popolo vero». E se la discussione «sul» populismo rischia di diventare una discussione «pro» o «contro» di esso, il libro di Müller ha il merito di aver contribuito a rendere la categoria del populismo meno aleatoria. Diventato un classico tra gli studi contemporanei e qui riproposto con una nuova Prefazione dell’Autore e un nuovo saggio di Nadia Urbinati, il libro ci mostra come il populismo sia anche e prima di tutto una strategia di potere e ci invita a pensare alla politica democratica non solo come competizione per conquistare la maggioranza ma anche come dialettica politica tra posizioni diverse. Perché la vera questione, oggi, è in quale relazione il populismo si trovi rispetto alla democrazia, della cui linfa si nutre senza tuttavia nutrirla a sua volta.