Il presente scritto si propone di essere una guida pratica alla redazione degli atti di parte, dal momento che le norme di riferimento forniscono scarne indicazioni (ad esempio relativamente alla formulazione dei capitoli di prova; contenuti ammessi e non ammessi) con uno sguardo al passato e ai diversi orientamenti formatisi in dottrina e in giurisprudenza in relazione agli atti e alle istanze di parte nel processo civile, con particolare riferimento alle c.d. “memorie istruttorie” di cui all’art. 183, sesto comma, c.p.c., all’istanza di ingiunzione di cui all’art. 186 ter c.p.c. e alle memorie conclusive del processo di cui all’art. 190 c.p.c., successive alla rimessione della causa in decisione.
L’opera quindi espone le varie tesi perché, alla fine, nel processo civile è possibile tutto e il contrario di tutto, quindi anche un consolidato orientamento può essere ribaltato dal c.d. “revirement” della Corte di Cassazione (come nel caso della distinzione fra emendatio e mutatio libelli cambiata dalla storica sentenza delle Sezioni Unite del 2015).
È stato altresì svolto un excursus storico dell’art. 183 c.p.c. dal 1940 a oggi per dimostrare l’importanza che hanno assunto nel tempo le memorie, fino a giungere al periodo attuale di emergenza da coronavirus.