Non sfugge alla perdurante instabilità normativa il Codice antimafia, introdotto dal d.lgs. 6 settembre 2011, n. 159, già sensibilmente modificato dalla l. 16 ottobre 2017, n. 161 e ora nuovamente investito dall’ennesimo “pacchetto sicurezza”, trasfuso nel d.l. 4 ottobre 2018, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla l. 1° dicembre 2018, n. 132. Si registra e si consolida una chiara tendenza: l’azione di prevenzione si estende e si sposta dal fronte, tutto sommato contenuto, delle misure personali a quello, in rapidissima espansione, delle misure patrimoniali.
Ciò avrebbe dovuto implicare un sensibile irrobustimento delle tutele, sostanziali e processuali, del soggetto proposto e dei terzi interessati, in ossequio al principio di legalità e del necessario rispetto dei diritti fondamentali. Sennonché, se la l. n. 161/2017 si era mossa, sia pure in modo assai parziale, in questa prospettiva, con particolare riguardo alla disciplina processuale, la logica emergenziale fa, invece, da sfondo all’ultimo intervento normativo. Resta, dunque, ancora largamente insoddisfatta l’esigenza di allineare il sistema della prevenzione ai canoni costituzionali e sovranazionali.
Il volume ambisce ad offrire una dettagliata analisi critica delle più recenti innovazioni apportate al Codice antimafia, con riguardo ai diversi ambiti interessati dalle novelle, allo scopo di evidenziane i profili di contrasto con i diritti fondamentali e di risolvere in chiave sistematica le molteplici questioni interpretative poste da un disegno normativo complesso. Per agevolare il lettore, in appendice sono riportati l’indice analitico e l’apparato bibliografico.