Barcellona, Torino, Pittsburgh, Lione, Milano, Istanbul, Tokyo, Wroclaw, Matera: Paolo Verri accompagna i lettori in un viaggio alla ricerca dell’equilibrio tra crescita e senso di comunità, innovazione e identità culturale, radici e slancio verso il domani, che tocca da vicino Comuni italiani e megalopoli internazionali
Crescita, crescita, crescita: che sia economica, tecnologica o demografica, l’importante è che il futuro punti sempre al rialzo. Vale per gli individui e i loro desideri personali, per le imprese, per gli Stati. E, oggi più che mai, per le città. Eppure lo sviluppo – fondamentale per un’evoluzione degli ecosistemi cittadini – può anche innescare meccaniche insidiose, talvolta perfino distruttive. Soprattutto se risulta fine a sé stesso. È “Il paradosso urbano” che dà il titolo al nuovo libro di Paolo Verri, in cui il noto manager culturale e docente universitario racconta le metamorfosi emblematiche di “Nove città in cerca di futuro”, capaci di superare crisi, mettere mano a strategie innovative e raggiungere risultati concreti per il benessere delle proprie comunità senza lanciarsi in grandi competizioni, quanto collaborando con gli interlocutori di riferimento nel segno di un reciproco scambio di buoni progetti e buone informazioni.
Barcellona, Torino, Pittsburgh, Lione, Milano, Istanbul, Tokyo, Wroclaw, Matera: sono queste le città – tutt’altro che invisibili – al centro di un viaggio che Verri ha compiuto di persona nelle vesti di "urban practitioner". Alla luce della sua esperienza pluridecennale, quindi, l’autore cerca di riflettere su come le città stiano diventando sempre di più i luoghi in cui si elaborerà il futuro del pianeta, in cui si sperimenteranno nuovi modelli sociali e tentativi di pace permanente, in cui si svilupperanno una ricerca di frontiera e insieme modelli di cooperazione culturale inediti.
Viaggi non privi di difficoltà, contraddizioni e paradossi, ma in cui sarà fondamentale la capacità di dialogare, talvolta reinventarsi, perfino tornare sui propri passi e ricominciare da capo, alla ricerca di un delicato equilibrio tra crescita, valorizzazione della propria identità storico-culturale e il rispetto, se non rinnovamento, dei processi democratici.