L’obiettivo della ricerca è quello di esaminare il fenomeno dell’impresa strumentale delle fondazioni bancarie e il relativo ambito di operatività.
La gestione dell’impresa, diretta o per il tramite di una partecipazione societaria, è strumento per il perseguimento e la realizzazione degli scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico da parte delle fondazioni bancarie, che, in tal modo, “recuperano” attraverso la disciplina risalente al d.lgs. 153/99 il ruolo primigenio degli enti da cui attraverso secoli di storia evolvono e “rifluiscono” alla dimensione del non profit, arricchendone la composizione.
In tale prospettiva, una prima riflessione si spiega sul piano della dipendenza dell’impresa dal soggetto-fondazione e riguarda l’inquadramento e l’entità del vincolo di cui all’art. 1 lett. h) del d.lgs. 153/99 che, relativamente alla fattispecie fondazione, ne conferma la versatilità dello schema di funzionamento. L’altra riflessione, invece, si svolge sul piano della proiezione e posizione sul mercato dell’impresa strumentale, in considerazione della situazione di concorrenza diretta che si viene a determinare con tutti gli altri enti, oggi disciplinati dal codice del terzo settore e dal d.lgs. n. 112/2017, che negli stessi settori di attività economiche perseguono finalità similari o pressoché identiche.
L’analisi dimostra che il modello di intervento nell’economia del sociale proposto nel decreto di disciplina delle fondazioni bancarie rimane esclusivo e, quindi, praticamente irripetibile, ancor più se confrontato con le esperienze degli enti del terzo settore: lo schema che nel contesto specifico del d.lgs. n. 153/99 combina la fondazione all’attività di impresa si avvale di enti già patrimonializzati che possono sostenere e sviluppare iniziative imprenditoriali “sociali” (dall’assistenza sociale alla promozione della cultura, dalla ricerca scientifica alla tutela dei beni culturali) nel rispetto dei vincoli di economicità e di efficienza propri dell’impresa. Si tratta di una situazione straordinaria, in cui l’impresa è recettore di ingenti risorse finanziarie da allocare negli ambiti promotori, in ultimo, dello sviluppo socio-economico.