La crescente complessità dei rapporti sociali e il continuo progresso tecnico-scientifico provocano frequentemente eventi non accertabili in mancanza di un adeguato sapere esperto. Così si spiegano l’assoluta centralità della consulenza tecnica d’ufficio e i numerosi problemi che essa pone. In primo luogo, la determinazione dell’obbligo di motivazione e della sua sindacabilità in Cassazione con riguardo alle scelte effettuate dal giudice in punto di ammissione e diniego della c.t.u. e, specialmente, in merito alla adesione o al dissenso del giudice, c.d. peritus peritorum, rispetto alle conclusioni del c.t.u. Si avverte inoltre il problema di assicurare un effettivo contraddittorio sulla scelta del c.t.u., sulla formulazione dei quesiti e sulle specifiche e concrete modalità di espletamento della consulenza, anche in relazione ai poteri da riconoscere al difensore e al consulente di parte, poiché si tratta di aspetti in grado di incidere significativamente sulla decisione della lite. Occorre altresì definire con precisione sia il possibile oggetto della consulenza ed i poteri di indagine e di ricerca della prova del c.t.u., il cui abuso determina la nullità della consulenza; sia i casi in cui la c.t.u. è fonte di prova, nonché, in tale ambito, i limiti oggettivi della sua efficacia. Si confida che i contributi qui raccolti arricchiscano il dibattito in una materia in continua evoluzione ed ormai sicuramente destinata ad un ruolo decisivo nel prisma della tutela giurisdizionale dei diritti, anche considerando l’imminente avvento dell’intelligenza artificiale, di cui pure si tiene conto nel volume.