La Convenzione di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale, cui oggi aderiscono 190 Stati su 193 membri dell’ONU, appare – a distanza di venti anni dalla sua adozione, avvenuta nel 2000 – sempre più come un formidabile strumento progettato guardando al futuro.
Valorizzando la visione anticipatrice di Giovanni Falcone, che aveva compreso fino in fondo la dimensione economica delle mafie, la loro incessante evoluzione strutturale, la loro capacità di sfruttare il “lato oscuro della globalizzazione”, la Convenzione di Palermo rende possibile uno straordinario salto di qualità sia dal punto di vista operativo, sia dal punto di vista simbolico, concorrendo allo sviluppo di quella «cultura della cooperazione» che rappresenta una delle più importanti linee-guida dell’attività delle Nazioni Unite.
Per far trarre al nostro Paese il massimo vantaggio dalle opportunità offerte dalla recente introduzione del Meccanismo di Revisione della Convenzione, è indispensabile avviare un’attività di analisi e riflessione, una sorta di bilancio su quelli che sono stati gli obiettivi raggiunti e gli strumenti rivelatisi efficaci e, al tempo stesso, sui profili che hanno generato maggiori criticità e ritardi.
In questa prospettiva, il volume analizza tutte le disposizioni e gli istituti della Convenzione, illustrandone le potenzialità applicative nella prassi giudiziaria e investigativa anche alla luce dell’esperienza degli altri Stati, e fornendo una serie di indicazioni utili per sviluppare una risposta efficace contro il nuovo volto dei più pericolosi fenomeni criminali attraverso l’impiego a livello internazionale delle tecniche di indagine più moderne, come le operazioni sotto copertura, la sorveglianza elettronica, il captatore informatico.