Il volume ha come oggetto la cooperative compliance nel sistema tributario domestico e unionale.
Il regime di adempimento collaborativo rappresenta un modello nuovo, moderno e dinamico di interlocuzione tra impresa e amministrazione finanziaria, originariamente sviluppatosi nei Paesi di matrice anglosassone e poi “recepito” dall’OCSE che, a partire dal 2008, ha obliterato un ambizioso programma finalizzato a promuoverne l’adozione in tutti i Paesi membri alla luce di standard approvati di comune accordo.
In Italia, la normativa in materia è stata varata con il D.Lgs. 5 agosto 2015, n. 128, che ha formalmente introdotto nel nostro ordinamento il regime di adempimento collaborativo.
La novità legislativa costituisce un punto epocale di svolta nei rapporti tra imprese e fisco.
Nel manuale si illustrano, come necessaria “apertura”, i tratti principali che caratterizzano il rapporto collaborativo tra Fisco e contribuente, facendo riferimento altresì alla genesi e all’evoluzione della tax compliance.
La parte centrale del Volume riguarda l’approfondimento della cooperative compliance con un taglio non soltanto dottrinale ma anche pratico, arricchito da Case Study di particolare rilevanza in tema di tax control framework.
L’esposizione viene completata da un approfondimento dei temi in materia di accordi preventivi per le imprese a vocazione internazionale nonché dall’analisi del D.Lgs. 30 luglio 2020, n. 100, con il quale è stata finalmente data attuazione alla direttiva UE n. 2018/822 del Consiglio, recante modifica della direttiva n. 2011/16/UE in materia di scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale relativamente ai meccanismi transfrontalieri soggetti all’obbligo di notifica (c.d. direttiva DAC6).
Arricchiscono il lavoro, rendendolo “unico” nel suo genere, un ampio approfondimento dei reati tributari, con un particolare risalto al modello organizzativo 231 “integrato” per la gestione del rischio fiscale, nonché il tema del rischio della reputazione societaria in ambito di commercio internazionale.
La parte conclusiva è dedicata ai regimi doganali di favore come l’AEO e la figura dell’Esportatore Autorizzato che, se opportunamente utilizzati, si “intrecciano” con il regime di adempimento collaborativo in una sorta di “stretta di mano” figurativa tra amministrazione finanziaria e contribuente business.
Presentazione, di Alessandro Bucchieri
Prefazione
1 La gestione del rischio fiscale e tax compliance: genesi e rapporto Fisco-contribuente
1 Introduzione
2 Il rapporto Amministrazione finanziaria-contribuente
2.1 Il rapporto Amministrazione finanziaria-contribuente nel panorama europeo
2.2 L’evoluzione del principio (nazionale e unionale) del legittimo affidamento
2.3 La “possibilità” di un accordo inteso come modulo negoziale per la definizione preventiva delle liti tributarie
3 La gestione del rischio fiscale
3.1 Il sistema di controllo interno
3.2 Il rischio fiscale
3.2.1 Il rischio fiscale ordinario e straordinario
3.2.2 Il rischio inerente e residuo: l’iter di valutazione
4 Il tax control framework
4.1 La mappatura dei rischi
4.2 La struttura del modello di gestione del rischio fiscale
4.3 La valutazione del tax control framework
2 Sistemi di gestione dei rischi delle imprese
1 Sistemi di gestione dei rischi aziendali già conosciuti
1.1 Modello 231
1.2 Modello 262
1.3 Sarbanes-Oxley Act
2 Gestione del rischio fiscale nei settori imprenditoriali
2.1 Settore bancario
2.2 Settore finanziario
2.3 Settore assicurativo
2.4 Settore industriale
3 Il sistema del controllo interno
3.1 CoSO Framework in prospettiva di Blockchain
3.2 I componenti del SCI
3.2.1 L’ambiente di controllo (control environment)
3.2.2 Il processo di valutazione del rischio (risk assessment)
3.2.3 Le attività di controllo (control activities)
3.2.4 Il sistema informativo e i processi di gestione correlati (information & communication)
3.2.5 Il monitoraggio (monitoring activities)
4 Il processo di tax risk management: caratteristiche
4.1 Pianificazione delle attività
4.2 Identificazione e valutazione dei rischi
4.2.1 Rischio fiscale ordinario e straordinario
4.2.2 Rischio inerente e rischio residuo
4.3 Trattamento dei rischi
4.4 Monitoraggio dei rischi
4.5 Piani di azione
4.6 Reporting
4.7 Comunicazione e formazione
3 La cooperative compliance
1 Premessa
2 L’origine del concetto di cooperative compliance
2.1 La cooperative compliance come risposta all’incertezza della normativa fiscale
2.1.1 Trattamento fiscale dell’uncertain tax position alla luce del nuovo principio IFRIC23
2.2 I benefici di un sistema di cooperative compliance – la spinta innovativa del Piano “Colao”
3 I modelli di gestione del rischio fiscale – Caratteristiche e struttura
3.1 L’assetto del modello di gestione del rischio fiscale e la sua efficacia – Principi e linee guida
3.1.1 Gli standard ISO 31000
3.1.2 I nuovi “assetti organizzativi, amministrativi e contabili” imposti all’imprenditore con la riforma sulla crisi di impresa
3.1.3 Il ruolo della corporate governance nella gestione del rischio fiscale
3.2 I principi OCSE sulla corporate governance
3.3 Il modello di Enterprise Risk Management
4 Le origini internazionali della cooperative compliance
4.1 OCSE 2008, Study into the Role of Tax Intermediaries
4.2 OCSE 2013, Co-operative Compliance: A Framework. From Enhanced Relationship to Co-operative Compliance
4.3 OCSE 2016, Co-operative Tax Compliance, Building Better tax control framework
5 Prospettive di sviluppo della cooperative compliance internazionale – Il progetto ICAP
5.1 Country by country reporting
6 Il regime di adempimento collaborativo in Italia
6.1 Il progetto pilota
6.2 La delega fiscale: cooperative compliance e disciplina dell’abuso del diritto
6.3 Il D.Lgs. n. 128/2015 – Finalità ed oggetto
6.4 Requisiti soggettivi
6.4.1 I gruppi di imprese
6.4.2 La disciplina dell’interpello sui nuovi investimenti
6.5 Requisiti oggettivi
7 Aspetti procedimentali
7.1 Presentazione della domanda
7.2 Svolgimento della procedura
7.3 Interlocuzioni costanti e preventive
7.4 Formalizzazione delle posizioni assunte nel corso della procedura
7.5 Adempimenti di chiusura del periodo di imposta
7.6 Modifica delle posizioni assunte nel corso delle interlocuzioni preventive
7.7 Clausole di esclusione e revoca del regime
7.8 Pubblicazione elenchi relativi ad operazioni di pianificazione fiscale aggressiva
8 Impegni dell’Amministrazione finanziaria e del contribuente
8.1 Impegni dell’Amministrazione finanziaria
8.2 Impegni del contribuente
8.3 Responsabilità dei funzionari dell’Agenzia delle Entrate
9 Effetti e benefici derivanti dall’adesione al regime
4 Tax control framework: esempi pratici di applicazione
1 Obiettivi del TCF e steps applicativi
2 Processi da testare per il TCF
3 La declinazione applicativa del TCF
4 La compliance IVA e gli effetti della digitalizzazione
5 Gli accordi preventivi per le imprese con attività internazionale: case study
1 Inquadramento normativo
1.1 Le origini e la prassi
2 APA e transfer pricing
2.1 Premesse
2.2 Dati statistici
3 Case study: il gruppo e la società Alfa
3.1 Presentazione della società
3.2 La riorganizzazione del modello di business
3.3 Il piano d’azione: riconversione del modello di business, transfer pricing e APA
3.4 I punti cardine del piano
3.4.1 L’analisi funzionale
3.4.2 Exit tax
3.4.3 Il rischio di stabile organizzazione
3.5 L’implementazione del nuovo modello di transfer pricing
3.6 La presentazione dell’istanza per l’APA
3.6.1 Le attività di pre-filing
3.6.2 Il filing
6 Lo scambio automatico di informazioni: l’avvio della DAC6
1 Introduzione
2 Analisi della Direttiva DAC6
2.1 Gli elementi distintivi del meccanismo transfrontaliero
2.2 Obbligo di comunicazione: ambito soggettivo ed oggettivo
2.3 I livelli di recepimento della disciplina MDR/DAC6 nel contesto internazionale
3 Il processo di implementazione della Direttiva DAC6 in Italia: il D.Lgs. 100/2020
3.1 Cosa si intende per meccanismo transfrontaliero? Definizioni e caratteristiche
3.2 Soggetti tenuti all’obbligo di comunicazione: definizione e ambito di applicazione
3.3 Gli obblighi di comunicazione del meccanismo da parte di contribuente e intermediario: articolo 3
4 Le sfide derivanti dalla Direttiva DAC6
7 Riforma dei reati tributari, responsabilità amministrativa degli enti e compliance aziendale
1 Premessa: dal sostegno alla compliance alla riforma dei reati tributari
2 Modifiche alla disciplina dei reati tributari e della responsabilità amministrativa degli enti
2.1 Il decreto legge 26 ottobre 2019, n. 124, convertito in legge 19 dicembre 2019, n. 157
2.2 Il decreto legislativo 14 luglio 2020, n. 75, di recepimento della direttiva (UE) 2017/1371, relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale (c.d. “direttiva PIF”).342
2.3 Il rinnovato assetto penal-tributario nazionale
2.3.1 Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti
2.3.2 Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici
2.3.3 Dichiarazione infedele
2.3.4 Omessa dichiarazione
2.3.5 Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti
2.3.6 Occultamento o distruzione di scritture contabili
2.3.7 Indebita compensazione
2.3.8 Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte
2.4 “Focus” di approfondimento: la direttiva (UE) 2018/1673 (VI direttiva Antiriciclaggio)
3 Applicabilità della confisca “allargata” (art. 240-bis codice penale) ai delitti in materia di imposte sui redditi ed IVA
4 Reati tributari e responsabilità amministrativa degli enti
4.1 Cause di esclusione della responsabilità
4.2 Sanzioni
4.3 Sequestro e confisca “per equivalente” nei confronti dell’ente
4.4 Il problema del ne bis in idem
5 Direttive operative della Guardia di Finanza: la circolare n. 216816 del 1° settembre 2020
8 Il rischio reputazionale delle società nell’ottica del risk management
1 La reputazione aziendale quale asset strategico
1.1 Premesse ed inquadramento generale. Il significato di “buon nome” o corporate reputation
1.2 Il processo di formazione della reputazione aziendale e la relativa valutazione
2 La gestione del rischio reputazionale
3 Case study: la Kevin Nyerere LTD e la vision in tema di corporate reputation
4 I vantaggi della certificazione doganale. Operatore economico autorizzato (AEO-Authorised economic operator)
4.1 Premesse e introduzione
5 Lo status di esportatore autorizzato: le 4 ragioni del sì al regime agevolativo