Gli strumenti urbanistici, che la legge urbanistica nazionale del 1942 indicava nei piani regolatori territoriali, nei piani regolatori comunali, nelle norme sull’attività costruttiva edilizia e nei regolamenti edilizi comunali, sono notevolmente proliferati nel corso degli anni in seguito anche alla normativa comunitaria, alla normativa statale di settore (si pensi, ad esempio, alle leggi ambientali che incidono sull’assetto territoriale), alle leggi regionali che qualificano le tipologie di pianificazione con terminologie non certo uniformi, ma che variano da Regione a Regione.
Tale proliferazione ha comportato nuove problematiche relative non solo all’uso del territorio e allo sviluppo delle città (si pensi all’introduzione del recente concetto di “sviluppo sostenibile”), ma anche al rapporto tra leggi (statali e regionali) e piani urbanistici, nonché al rapporto tra piani dello stesso “livello”, di natura uguale o di natura differente.