LIQUIDAZIONE EQUITATIVA DEL DANNO Artt. 1226 Vol. I

LIQUIDAZIONE EQUITATIVA DEL DANNO Artt. 1226 Vol. I

GESTIONE DELLA CRISI E DELL'INSOLVENZA

GESTIONE DELLA CRISI E DELL'INSOLVENZA

LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE TRA "POVERTÀ DEL LINGUAGGIO GIURIDICO" E CRITICITÀ APPLICATIVE

Spedizione Gratuita
Spesa minima per la spedizione gratuita: 60,00 €

NOTA: Valido solo per spedizioni in Italia

TipologiaLibri

Autore: Lazzaro Carmine

CollanaUNIVERSITÀ DEGLI STUDI MEDITERRANEA DI REGGIO CALABRIA

Pagine288

Data pubblicazione1 ott 2024

Reparto: Diritto , Società , LIBRI

Argomento: Enti non profit terzo settore associazioni

SKU/ISBN:  9788849556759

Il C.T.S. rappresenta una prova della complessità emergente ad ogni livello. Si rileva, però, come le codificazioni siano state il frutto di un lungo processo di maturazione e non di scelte contingenti di una classe politica esposta a precari equilibri di governo. Il quesito di fondo risiede nel dubbio da sciogliere circa il risultato raggiunto rispetto all’obiettivo da conseguire, tenuto conto della frammentarietà della disciplina e dell’aspirazione alla sua reductio ad unum incentrata sui principi personalista e solidaristico. La consapevolezza che la partecipazione del cittadino costituisce uno strumento irrinunciabile per il perseguimento del bene comune diviene assunto omni condiviso, rinsaldando l’idea, introdotta dalla Riforma del Titolo V, della centralità del principio di sussidiarietà nel sistema pluralista e decentrato.

Indice

Capitolo I

INTRODUZIONE.

LE ISTITUZIONI DEL PLURALISMO

Capitolo II

NOTAZIONI PRELIMINARI IN TEMA DI SUSSIDIARIETÀ ORIZZONTALE

1. La sussidiarietà nell’evoluzione del sistema: avvertenze generali

2. Modalità pratiche di attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale nelle nuove logiche del codice del terzo settore: gli artt. 55 ss. C.T.S.

2.1. Segue. L’amministrazione condivisa dei beni comuni: i patti di collaborazione

3. Brevi riflessioni conclusive

Capitolo III

IL CODICE DEL TERZO SETTORE E IL DECLINO DELLA TIPICITÀ DELLE FORMAZIONI SOCIALI: TRA SOGGETTIVITÀ GENERALE ED ASTRATTA E SOGGETTIVITÀ STRUMENTALE. UN NODO GORDIANO BEN LUNGI DALL’ESSERE SCIOLTO

1. Il “silenzio assordante” della Consulta. L’apparente tipicità degli E.T.S., cui prodest?

2. Il crepuscolo della tipicità degli Enti del Terzo Settore

3. Un caso emblematico di un cortocircuito (annunciato) di carattere sistematico: le fondazioni di origine bancaria

4. Considerazioni conclusive

Capitolo IV

LUCI (POCHE) ED OMBRE DI UNA RIFORMA TUTT’ALTRO CHE DEFINITIVA. “ATTIVITÀ DI INTERESSE GENERALE”, UNA FORMULA ONNICOMPRENSIVA POTENZIALMENTE PERICOLOSA

1. L’economia sociale: un caleidoscopio di interessi particolari difficile da imbrigliare in rigidi schemi normativi. Il C.T.S. tra novità e problemi applicativi

2. Il Terzo Settore come strumento di promozione della salute

3. Criticità applicative, il rischio concreto di una clamorosa eterogenesi dei fini

Capitolo V

ATTIVITÀ ECONOMICA E TERZO SETTORE

1. Il Terzo Settore e l’ineluttabile processo di “ibridazione” delle forme, tra Stato e mercato

2. Attività d’impresa e terzo settore: questo matrimonio non s’ha da fare, o forse sì?

3. L’impresa sociale come figura paradigmatica delle nuove logiche della “solidarietà economica”

4. Notazioni conclusive

Capitolo VI

RIFLESSIONI CONCLUSIVE.

IL TERZO SETTORE TRA PRETESA ESAUSTIVITÀ NORMATIVA, LACUNE TEORICO-PRATICHE E RICONDUZIONE AD UNITÀ SISTEMATICA DI UNA NORMATIVA TALVOLTA

FRAMMENTARIA

Bibliografia

Scrivi la tua recensione
Stai recensendo:LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE TRA "POVERTÀ DEL LINGUAGGIO GIURIDICO" E CRITICITÀ APPLICATIVE
La tua valutazione
Salva pagina in PDF Salva pagina in PDF