La sanatoria delle invalidità degli atti processuali costituisce un tema di centrale importanza, concorrendo come pochi altri a comporre gli equilibri di un sistema che, da sempre, oscilla tra l’esigenza di stretta legalità che la Costituzione – addirittura – impone e le tendenze verso la flessibilizzazione degli istituti che, direttamente ovvero indirettamente, incidono sulla conservazione degli atti e la stabilizzazione degli effetti. Il processo «giusto» e «regolato dalla legge» non può che essere strutturato per fattispecie normative e, quindi, non può non rifuggire all’idea che le forme degli atti possano essere libere. Allo stesso tempo, l’irrinunciabile esigenza di evitare inutili irrigidimenti – suscettibili, questi ultimi, di rendere «irragionevole» la durata del processo – implica la necessità di coniugare, sulla base di giudizi di valore e secondo una logica di ragionevole bilanciamento, tassatività e conservazione. Tassatività, invalidità e sanatorie, dunque, animano la dinamica procedimentale e nella regolamentazione del loro operare è possibile intravedere uno dei fattori sintomatici della scelta – che è innanzitutto culturale, quindi politica e, infine, giuridica – di un determinato metodo di risoluzione delle controversie e accertamento dei fatti
INDICE **Premessa introduttiva**
**CAPITOLO I – IL PROCESSO PENALE COME VALORE (EFFETTO GIURIDICO)** 1. Valori e processo 2. Processo, norma, legalità 3. Fondamento e funzione del sistema processuale. La giustizia della decisione 4. Inoltre: l’eguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge 5. Il processo legale e la giurisprudenza 6. Il processo come macro-effetto giuridico 7. Il “processo” come sistema di fattispecie derogabili
**CAPITOLO II – IL PROCESSO COME SEQUENZA DI ATTI** 1. L’atto processuale nel sistema del nuovo codice di procedura penale 2. Fatto giuridico e atto giuridico 3. Fatto processuale e atto processuale. La “processualità” dell’atto 4. Atto processuale, esternazione e documentazione 5. Il principio di conservazione dell’atto
**CAPITOLO III – TEORIA DELL’INVALIDITÀ NEL PROCESSO PENALE** 1. Premessa introduttiva 2. L’atto invalido come atto inefficace? 3. Teoria condizionalistica e invalidità 4. Procedimento, invalidità ed efficacia dell’atto 5. Le caratteristiche sufficienti dell’atto efficace. L’esistenza
**CAPITOLO IV – LA SANATORIA: PROFILI GENERALI** 1. Inquadramento del fenomeno 2. Fenomeni integrativi e autonomia dell’atto imperfetto rispetto al fatto sanante 3. Fatto sanante e atto imperfetto 4. La fattispecie complessa come fonte dell’effetto finale 5. La sanatoria come effetto 6. La sanatoria e la condizione 7. La sanatoria, la decadenza e la preclusione 8. I caratteri delle cause di sanatoria
**CAPITOLO V – LA SANATORIA PER CONSEGUIMENTO DELLO SCOPO** 1. La sanatoria generale delle nullità 2. La tipizzazione del c.d. conseguimento dello scopo 3. Conseguimento dello scopo ed equipollenza 4. Inesistenza giuridica, omissione e raggiungimento dello scopo
**CAPITOLO VI – LA SANATORIA PER ACQUIESCENZA** 1. L’acquiescenza 2. La natura giuridica dell’acquiescenza 3. Le forme di manifestazione della volontà 4. La sanatoria per acquiescenza nel codice del 1988
**CAPITOLO VII – LA SANATORIA DELLA NULLITÀ DELLE CITAZIONI E DELLA DICHIARAZIONE DI ASSENZA** 1. La sanatoria speciale 2. La sanatoria speciale nel nuovo codice di procedura penale 3. La fisionomia della sanatoria 4. La natura della comparizione: mera specificazione di sanatorie generali o forma autonoma di sanatoria? 5. Il problema della delimitazione dei vizi sanabili 6. Giudizio in assenza, nullità e sanatoria
**CAPITOLO VIII – LA SANATORIA ED I PROCEDIMENTI SPECIALI** 1. La creazione giurisprudenziale dell’effetto sanante della richiesta di giudizio abbreviato 2. L’effetto sanante della richiesta di patteggiamento 3. Il “nuovo” art. 438, co. 6-bis c.p.p.
**CAPITOLO IX – LA SANATORIA DEI VIZI DIVERSI DALLA NULLITÀ** 1. La sanatoria dell’inutilizzabilità 2. Abnormità, inefficacia e sanatoria 3. La sanatoria dell’inammissibilità
**CAPITOLO X – IL GIUDICATO** 1. Il giudicato come sanatoria 2. Il giudicato come causa di esaurimento degli effetti