«Nel linguaggio comune "sintesi" è una variante di "riassunto", "compendio", "breve ricapitolazione" di un discorso o di un pensiero. In realtà, come svela una piccola verifica etimologica, "sintesi" significa prima di tutto "composizione". Nel caso del linguaggio, composizione di un testo. La "concisione" non è, in questa concezione, un obiettivo coincidente con la sintesi; è piuttosto un effetto della sintesi. Un discorso ben composto non contiene divagazioni inutili, elencazioni superflue, dettagli e considerazioni estranei al tema. [...] In questo libro accademici, esponenti dell'avvocatura e magistrati si confrontano sul difficile crocevia della sintesi. Ciascuno vorrebbe che i propri interlocutori si esprimessero in maniera semplice, chiara, concisa affinché fosse possibile avviare e contenere il dialogo su basi solide e utili per consentire la composizione finale dei contrapposti punti di vista in un atto transattivo oppure in una sentenza; e prima ancora utili per consentire la redazione professionale di atti e contratti che possano resistere alla strumentazione linguistica a cui potrebbero essere tentate le parti nella fase esecutiva degli impegni. La riflessione corale contenuta in questo libro vorrebbe apportare un ulteriore contributo al difficile cammino verso una sufficiente consapevolezza sull'importanza di migliorare la qualità linguistica dei documenti giuridici. La convinzione che ha animato gli autori è che tendere verso un simile traguardo aiuti alla pratica condivisa del servizio giustizia.».