Il lavoro esamina genesi, natura, morfologia e progressi delle “squadre investigative comuni” (SIC), potente strumento di cooperazione in materia penale, espressione di un inedito paradigma solidaristico, in cui si iscrivono le azioni coordinate e sinergiche di autorità statali (giudiziarie e di contrasto) di due o più Stati membri dell’Unione europea (o anche di Paesi extra UE), che condividono l’attività d’indagine e i suoi risultati.
Sono istituite, per una durata limitata e per uno scopo specifico, in forza di un accordo tra le rispettive autorità competenti nazionali, negoziato sulla base di una cornice normativa assai “rarefatta”: in questo quadro, l’azione investigativa, assecondando logiche operative, può dispiegarsi con indubbia fluidità, superando gli ostacoli frapposti dai confini tra gli Stati e “divorando” lo spazio.
A fronte di tali vantaggi, non mancano numerose criticità, quali il disequilibrato rapporto tra le esigenze di lotta alla criminalità internazionale e il diritto di difesa; l’assetto di poteri investigativi a “geometria variabile”, suscettibile di mutare in relazione al luogo in cui si compie la singola attività e, conseguentemente, il problema dell’ammissibilità delle prove raccolte ultra fines nel processo nazionale.
Lo studio analizza tali profili, ricostruisce i rapporti dell’istituto con altri nuovi strumenti di cooperazione in vigore o di prossima adozione nell’ambito dell’Unione europea (MAE, OEI, OPE e OCE), emblematici di paradigmi ontologicamente differenti, approfondisce le interazioni con il nuovo organismo di indagine europeo (EPPO) e, nella prospettiva di un possibile crescente impiego delle squadre investigative, soprattutto nella lotta alla criminalità informatica e nei rapporti di cooperazione involving Third Countries, si sofferma su alcune condizioni imprescindibili per migliorare l’efficacia dello strumento e, al contempo, evitare che le garanzie a salvaguardia della posizione delle persone indagate siano “travolte” dall’intesa negoziale tutta interna alle autorità competenti dei Paesi interessati.