Il presente volume si propone di delineare il quadro teorico che ha condotto l’applicazione del rito camerale all’infuori della Volontaria giurisdizione, mediante il duplice processo, da un lato di progressiva cameralizzazione del rito civile, dall’altro di estensione della stessa Giurisdizione Volontaria a forme di tutela contenziosa, assistite dal giudicato. Nel corso della trattazione verranno affiancati alcuni dei più tipici istituti “volontari” del codice civile ad altri previsti in ambito di procedure concorsuali, tutti contrassegnati dalla trattazione in camera di consiglio ex art. 737 c.p.c., al fine di attuare un’analisi comparata degli usi e delle applicazioni del rito camerale. La ricerca di organicità e sistematicità nelle varie applicazioni di siffatto procedimento permetterà, quindi, di verificare concretamente la modulabilità dei diritti processuali in base alle varie esigenze di celerità del rito, riconoscendo in primo luogo, di trasporre alla Volontaria Giurisdizione i risultati ottenuti dai plurimi interventi della Corte Costituzionale in seno ai procedimenti camerali fallimentari, in secondo luogo di considerare come attraverso le varie procedure camerali di composizione della crisi, si sia sostanziata una generale privatizzazione e degiurisdizionalizzazione della gestione dell’insolvenza, attuata mediante un graduale arretramento dell’intervento giurisdizionale, con un conseguente ampliamento dell’autonomia negoziale e del favor debitoris.