Le formule magiche della postpandemia – ripartenza, resilienza, sostenibilità, transizione ecologica e digitale – oscurano finalità e obiettivi ultimi della nuova era. In assenza di una limpida bussola ideale e politica, l’attenzione è concentrata su come spendere le risorse da destinare a questo o a quel settore. Modernizzazione senza civilizzazione. Una modernizzazione orfana del lascito più prezioso della storia euro-occidentale e della promessa contenuta, in modo esemplare, nella nostra Carta fondamentale, di una società a misura dei governati. Viviamo un’epoca di strabilianti innovazioni, ma anche di inquietanti forme di schiavitù salariale, sociale, tecnologica. Sono questi i temi al centro delle lezioni di un giurista ai suoi studenti. Un appassionato invito a riprendere il cammino interrotto del costituzionalismo dei governati. Al servizio della giustizia sociale e della verità, quale che sia il significato che ciascuno di noi attribuisce a queste impegnative parole che rendono degna di essere vissuta la nostra esistenza collettiva. Affinché il domani non sia un domani che prescinde dall’umano, qualcosa di ben più catastrofico di una pandemia.