osa ci insegnano il cinema, la letteratura e l'arte sul tema della bellezza e della perdita?
Con la lente di ingrandimento della psicoanalisi, l'autrice analizza il legame tra queste due esperienze fondanti lo psichismo umano prendendo le mosse dall'esplorazione dell'interazione primitiva tra madre e infante, quando il vissuto di godimento estatico di fronte alla madre si accompagna inevitabilmente a quello della sua assenza e all'angoscia della perdita.
L'esperienza della bellezza, sostiene l'autrice, dona un accesso privilegiato alla comprensione del significato e del valore della vita e alla ricerca della verità, offrendo una via di salvezza dall'assenza di significato implicita nella perdita. A partire da questa idea di base, il libro esplora i momenti di estatica solitudine nei quali ogni essere umano può sperimentare emozioni vivificanti e di pienezza del Sé, e offre importanti insight non solo alla comprensione dei legami tra perdita e bellezza, ma anche al valore della psicoanalisi applicata all'arte, alla letteratura e ai film.
L'analisi dei testi proposti al lettore mostra la complessità dei processi coinvolti attraverso esempi che toccano i temi della distruttività, della perversione, della vendetta, ma anche della riparazione e dell'elaborazione del lutto. E dimostra come la psicoanalisi possa facilitare la trasformazione e la rimessa in moto di processi bloccati o inibiti nel loro sviluppo da traumi e lutti di difficile o impossibile elaborazione.
Questo libro, affascinante e ricco di insight, può essere di notevole interesse non solo per gli psicoanalisti, ma anche per tutti coloro che amano la psicoanalisi, il cinema e l'arte in generale.