La riforma tributaria disegnata dalla legge delega 111/2023 ha toccato anche lo Statuto dei diritti del contribuente. E lo ha fatto in modo piuttosto significativo.
Dal complesso delle modifiche e delle novità introdotte dal decreto delegato n. 219 del 2023 emerge un rafforzamento delle garanzie a favore del contribuente e del valore di indirizzo interpretativo delle disposizioni dello Statuto, delle quali viene ampliata la natura di norme attuative, ora non più solo della Costituzione, ma anche dei principi della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e dell’ordinamento europeo, nonché confermata la funzione di principi generali dell’ordinamento tributario.
In questo quadro, spicca per importanza la generalizzazione del principio del contraddittorio prima della formazione dell’atto di accertamento, ma soprattutto rilevano gli strumenti che la riforma appresta per rendere effettivo il diritto al contraddittorio, e cioè l’accesso agli atti del fascicolo istruttorio e la motivazione rinforzata dell’atto di accertamento in relazione alle deduzioni difensive non accolte dall’amministrazioni finanziaria.
Il processo di rafforzamento dei diritti del contribuente passa anche attraverso l’introduzione di una chiara disciplina di invalidità degli atti tributari, sul modello di quella recata dalla legge n. 241/1990 applicabile agli atti amministrativi. Disciplina che trova il suo completamento nella norma sulla inutilizzabilità delle prove acquisite in violazione della legge.
Anche il contenuto essenziale della motivazione degli atti impugnabili si rafforza con l’obbligo di indicazione dei mezzi di prova.