Il pensiero giusfilosofico di Carl Schmitt, Hans Kelsen e Rudolf Smend durante il periodo weimariano rende visibile l’attualità dell’esperienza costituzionale della Repubblica di Weimar, qualificata come laboratorio delle idee e dei fatti che svelano la realtà delle costituzioni europee continentali post-belliche e la crisi delle odierne democrazie costituzionali, mostrando i pericoli, allora latenti, che oggi si palesano per lo Stato costituzionale democratico. Il presente lavoro di ricerca, tramite un approccio interdisciplinare, coniuga le teorie giuridico-filosofiche di tre giganti weimariani e il dibattito che ne è scaturito con il contesto storico, politico e costituzionale della Repubblica di Weimar e l’eredità della sua crisi. Il dibattito giusfilosofico weimariano assume, dunque, un’importanza di portata universale, in quanto, seppur si anima in una situazione costituzionale specifica, produce riflessioni valide per ogni specie di sistema democratico-costituzionale che volti le spalle a vecchi regimi politici o che richieda, per mancanza di equilibrio fra poteri, aggiustamenti in corso d’opera, sollevando antichi problemi ancora irrisolti nell’età contemporanea.