Il prolungarsi della vita media e il parallelo protrarsi, quantomeno per molti, degli anni oltre l’età adulta vissuti in discrete condizioni complessive contrastano vistosamente con le opinioni e rappresentazioni prevalenti nel comune pensare circa questa tappa dell’esistenza umana, descritta in maniera sostanzialmente negativa. Accanto a questa visione riduttiva della vecchiaia come fase residuale dell’esistenza e degli anziani come decrepiti invalidi e quindi fardello per la famiglia e la comunità è diffusa la convinzione che in epoche passate si sia attribuita a questa fase della vita ben altra rilevanza e rispetto: il vecchio saggio onorato e ascoltato con devozione dai più giovani è immagine facilmente evocata in molteplici contesti. Il quesito all’origine di questo testo riguarda allora la ricostruzione del ruolo sociale assegnato agli anziani nella storia del mondo occidentale: davvero andando a ritroso nel tempo troveremo sempre anziani rispettati e tenuti in grande considerazione dagli altri membri della collettività? Solo l’epoca moderna e la sua esaltazione della giovinezza hanno prodotto il discredito di tutto ciò che riguarda lo status di anziano? E ancora: il conflitto tra generazioni è fenomeno esclusivamente contemporaneo o ha precedenti in epoche più o meno remote? A questi interrogativi il libro risponde con documentate testimonianze sia di fonte letteraria, normativa, amministrativa, nonché manufatti artistici ritenuti indicatori delle opinioni e sentimenti prevalenti in determinati gruppi sociali in circoscritti momenti storici. Per l’epoca contemporanea anche la pubblicità viene considerata interessante riflesso del comune sentire nei confronti di questa tappa dell’esistenza.
1. La vecchiaia ieri e oggi
1.1. Di chi stiamo parlando
1.2. Le definizioni contemporanee
1.3. Gli studi sulla storia della vecchiaia
1.4. Le fonti: una risorsa da maneggiare con cura
2. Alle origini dell’ambivalenza
2.1. Il mondo ebraico: la storia di un declino
2.2. Il cristianesimo delle origini
2.3. Il mondo greco ovvero «la triste vecchiaia»
2.4. Il mondo romano: complessità, ambiguità e contraddizioni della vecchiaia
3. Secoli bui, ma non troppo
3.1. Dalla tarda antichità all’alto Medioevo
3.2. La rinascita dopo il Mille e il tardo Medioevo
3.3. La seconda metà del XIV secolo e il XV: gerontocrazia e discredito
4. La lenta evoluzione verso la responsabilità collettiva
4.1. Il Cinquecento: l’orrore che cela la disperazione
4.2. Il Seicento
4.3. Il Settecento: periodo di transizione nella storia della vecchiaia
4.3.1. Francia e Inghilterra a confronto
4.3.2. Le workhouse
4.3.3. La costrizione al lavoro nei reclusori europei
4.3.4. Le almshouse
4.4. L’Ottocento
4.4.1. Gli anziani nei galatei ottocenteschi
5. I giorni nostri: la persistenza dell’ageism
5.1. La cultura contemporanea di fronte all’invecchiamento demografico
5.1.1. Il pensionamento: conquista o drastica esclusione dalla vita sociale?
5.1.2. Welfare e anziani
5.1.3. Il caso della Danimarca a confronto con le politiche pubbliche italiane
5.1.4. La medicina
5.1.5. L’evoluzione del pensiero gerontologico sul processo di invecchiamento
5.1.6. La letteratura femminista e gli age studies
5.1.7. La vexata quaestio del ruolo della famiglia
5.1.8. Le rappresentazioni contemporanee della vecchiaia
6. Considerazioni conclusive
6.1. La terza età tra grande opportunità e persistente ageism