Le leggi degli ultimi anni sono intervenute in profondità sui lineamenti del diritto amministrativo. Riforma o rivoluzione? Non è una domanda facile, perché i confini tra le due figure non sono netti. Alcune rivoluzioni hanno solo tagliato teste, senza cambiare nulla. Non erano neanche riforme.
Si pensi alla rivoluzione inglese di Cromwell, servita a sostituire una dittatura con un’altra, più feroce e casuale. Alcune riforme hanno cambiato vite e destini individuali e collettivi. Erano rivoluzioni, come quella industriale tra settecento e ottocento.
Nel campo giuridico la distinzione dipende dall’attitudine di una normativa ad affinare le regole del gioco sociale (il codice del processo) o a dettarne di radicalmente nuove (la legge sul procedimento, la privatizzazione del pubblico impiego).
Si pensi, tra l’altro, al nuovo codice dei contrati pubblici (D.Lgs. 36/2023), alla riforma dei servizi pubblici locali (D.Lgs. 201/2022) e ai Decreti P.A. (D.L. 44/2023) e P.A.-bis (D.L. 75/2023), adottati in attuazione delle misure PNRR.
Questa massiccia operazione rinnovatrice dell’intero impianto giuspubblicistico è stata ulteriormente arricchita da una fervida produzione pretoria, nella quale ha senz’altro fatto da padrone la giurisprudenza costituzionale, chiamata nell’ultimo anno a misurarsi con istituti nevralgici e in continuo fermento.
Ce n’è abbastanza per parlare di rivoluzione, culturale, prima ancora che giuridica. Si pensi al principio del risultato che innova in profondità la stessa filosofia dei contratti pubblici.
Fin qui la forza delle parole. Aspettiamo i fatti.
Sarà vera rivoluzione solo con la pratica, seguendo il monito del Presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno secondo cui le rivoluzioni normative iniziano solo il giorno dopo l’entrata in vigore della legge, quando le più solenni intenzioni si scontrano contro la brutale durezza della realtà e delle resistenze.
Venendo alla struttura dell’opera, la Parte Prima si dà cura di definire l’oggetto dell’indagine, ossia la nozione di diritto delle pubbliche amministrazioni, analizzata sul versante soggettivo (cos’è la pubblica amministrazione?), oggettivo (cosa si intende per attività delle pubbliche amministrazioni?) e normativo (quali fonti regolano l’organizzazione e l’azione dei pubblici soggetti?). Non manca poi un’occhiata attenta alla più recente sfida del diritto amministrativo, quella inaugurata nel 2005 dal CAD, che chiama la P.A. a misurarsi con la crescente digitalizzazione, in coerenza con lo sviluppo tecnologico dell’ultimo ventennio.
La Parte Seconda traguarda, sul piano dinamico, il rapporto tra pubbliche amministrazioni e privati, esaminando la posizione che vantano le prime verso i secondi, ossia il potere pubblico, e la situazione speculare di cui sono titolari i secondi verso le prime, ossia l’interesse legittimo al corretto dispiegarsi del potere pubblico.
La Parte Terza si immerge nell’organizzazione di cui sono dotate le pubbliche amministrazioni per perseguire i loro fini, nel contesto del disegno pluralistico ed autonomistico cristallizzato dal nuovo Titolo V della parte II della Costituzione e inciso dalle innumerevoli manovre economiche degli ultimi anni. La materia, già interessata negli anni scorsi dalla riforma Madia in materia di premialità, responsabilità dirigenziale, amministrativo-contabile e disciplinare, licenziamento disciplinare, è stata da ultimo modificata dal recente D.Lgs. 24/2023 in materia di whistleblower; dai Decreti P.A. (D.L. 44/2023) e P.A.-bis (D.L. 75/2023) in materia, inter alia, di assunzione obbligatoria, istituzione dell’Osservatorio Nazionale del Lavoro Pubblico, scorrimento delle graduatorie; nonché dal D.P.R. 82/2023 in materia di procedure concorsuali.
La Parte Quarta viviseziona l’attività amministrativa, sul piano sostanziale come su quello procedimentale, sul versante pubblicistico al pari di quello privatistico, in chiave unilaterale nonché consensuale, con un occhio particolarmente alle riforme più recenti (si pensi al D.L. 13/2023, in materia di conferenza di servizi accelerata).
La Parte Quinta si sintonizza con l’era della responsabilità dei soggetti pubblici; la sesta e la settima parte toccano settori nevralgici del diritto amministrativo materiale, ossia il diritto amministrativo del territorio (volgendo uno sguardo attento al dibattutissimo istituto delle concessioni demaniali marittime) e del mercato (quest’ultimo sensibilmente interessato dal c.d. “Testo Unico delle Società a partecipazione pubblica”).
È compito dell’Ottava e ultima Parte l’esplorazione dell’universo della giustizia amministrativa, alla luce dell’avvento dell’età del Codice del processo amministrativo, scandagliando le novità recate delle pronunce della Plenaria dell’ultimo anno e quelle introdotte dalle riforme normative più recenti (si pensi alla legge delega 111/2023 in materia di processo tributario).
Qualche attimo per ricordare che questa settima edizione, profondamente rivista e aggiornata ai corposi e poliedrici pacchetti normativi dell’ultimo biennio e particolarmente attento alle risposte fornite negli ultimi mesi ai tanti quesiti irrisolti dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, non avrebbe visto la luce senza l’apporto assicurato, durante i lunghi mesi trascorsi dall’ideazione al completamento del volume, dalla mia grande amica Olga Toriello, ancora una volta capace, come solo le vere donne sanno, di coniugare una tempra d’acciaio, che ricorda le truppe cammellate prussiane, con una dolcezza romantica che riecheggia le migliori pagine delle sorelle Brontë.
Un secondo ancora per ricordare che il compendio nelle vostre mani è un prezioso gioiello operativo, capace di guidare il lettore nell’esplorazione di una selva sempre più intricata e oscura.
I testi della collana Compendi:
offrono un’esposizione sistematica, in forma chiara e sintetica, di tutti gli istituti
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analizzano la materia in modo semplice ed esaustivo
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La collana è uno strumento operativo indispensabile per coloro che si preparano all’esame di avvocato, per gli studenti universitari, per i candidati ai concorsi pubblici.