L’autore di un manuale assume col lettore un impegno all’aggiornamento. Ed occorre dire che si tratta di un impegno sempre più gravoso considerato l’affastellarsi di disposizioni normative non guidate da un preciso disegno ordinatore e spesso annidate nelle leggi di bilancio. La terza edizione di “Diritto del lavoro” si propone di mantenere questo impegno. Lasciando inalterata la struttura originaria, essa dà dunque conto delle evoluzioni sia normative sia giurisprudenziali intervenute dopo la pubblicazione della seconda edizione. Quanto alle prime, è da ricordare il progressivo venir meno della legislazione dettata per far fronte alla crisi pandemica, che ha toccato molti capitoli del diritto del lavoro non lasciandolo peraltro del tutto inalterato; quanto alle seconde, va soprattutto segnalato l’incessante lavorio della giurisprudenza costituzionale e ordinaria sul tema dei licenziamenti, oggetto cruciale delle riforme del 2012 e del 2015. Come già si segnalava nella precedente edizione, questo incessante lavorio giurisprudenziale ci restituisce un quadro normativo assai più complesso di quello originario, che il volume si incarica di ricostruire e presentare al lettore. Ma, naturalmente, non è stata trascurata l’evoluzione giurisprudenziale che ha caratterizzato anche altre materie. Come nelle precedenti edizioni, l’apparato bibliografico è stato ridotto al minimo indispensabile. Esso consente comunque al lettore sia di risalire alle fonti di informazione, sia di approfondire autonomamente i caratteri del dialogo tra dottrina e giurisprudenza.